Conte, bruciato da Siri, va al contrattacco: «Chiederò la revoca del sottosegretario»

02/05/2019 di Redazione

Effetto sorpresa. Giuseppe Conte aveva convocato una conferenza stampa per parlare di Armando Siri e dello spinoso caso del sottosegretario al ministero delle Infrastrutture indagato con l’accusa di corruzione. Tuttavia, il leghista ha anticipato le parole del presidente del Consiglio di almeno mezz’ora: «Non abbiamo alcuna novità al momento – ha detto Siri -. Se non mi interrogano entro 15 giorni, sarò il primo a dimettermi e a fare un passo indietro». Ma con un doppio salto mortale, il presidente del Consiglio ha chiesto immediatamente le dimissioni del sottosegretario leghista. Il premier ha fissato la data ultima per il prossimo consiglio dei ministri che – in base alle ultime indiscrezioni – verrà convocato il prossimo 8 o 9 maggio.

Giuseppe Conte convoca la conferenza, ma Siri lo anticipa

La nota di Siri arriva non appena si è diffusa nelle agenzie di stampa la notizia e il tema della conferenza stampa convocata da Giuseppe Conte: «Dal primo momento – si legge nella nota – ho detto di voler essere immediatamente ascoltato dai magistrati per chiarire la mia posizione. La disponibilità dei magistrati ad essere ascoltato c’è e confido di poterlo fare a brevissimo. Sono innocente, ribadisco di avere sempre agito correttamente, nel rispetto della legge e delle istituzioni, e di non avere nulla da nascondere».

La dichiarazione di Armando Siri ha di fatto spiazzato Giuseppe Conte, che ha ritardato il suo arrivo nella sala stampa di Palazzo Chigi. Anche su Facebook, la sua diretta era annunciata per le 18.30, ma – alle 19 passate – non era ancora iniziata.

La conferenza stampa di Giuseppe Conte che smentisce Siri

Soltanto alle 19.05 il presidente del Consiglio Conte si è presentato in sala stampa. «Sono contrario a una visione manichea, in base alla quale chi è giustizialista pretende l’interruzione di un servizio anche per un avviso di garanzia e in base alla quale chi è garantista pretende di aspettare il terzo grado di giudizio».

Conte chiede le dimissioni di Siri

Queste le premesse che hanno portato Giuseppe Conte a quella che lui ha definito la soluzione del caso: «Ho avuto due ore di colloquio lunedì sera con Armando Siri – ha detto Conte -. Mi è sembrato doveroso confrontarmi con lui e ascoltare le sue ragioni: ho sempre rivendicato una certa etica pubblica per i membri di questo governo. Nel caso di specie, Siri si è prestato a raccogliere l’istanza di un imprenditore con una norma che avrebbe garantito retroattivamente vantaggi per lo stesso imprenditore. Una cosa del genere è normale. Ma come governo dobbiamo avere la capacità di discernere se queste norme riguardano l’interesse generale. La norma in questione avrebbe offerto vantaggi retroattivi per imprenditori».

Per questo motivo, Giuseppe Conte afferma che sarebbe stato necessario per Siri dimettersi. «La vicenda politica – dice Conte – deve distanziarsi da quella giuridica. Le dimissioni o si danno o non si danno. Dimissioni future non hanno molto senso». Il presidente del Consiglio ha affermato che chiederà pertanto le dimissioni di Siri nel prossimo consiglio dei ministri. «Questo non significa – precisa Conte – che Siri sia colpevole, fino a quando la magistratura non si esprimerà».

Le parole di Salvini e Di Maio sul caso Siri

Prima della conferenza stampa di Giuseppe Conte, Matteo Salvini dall’Ungheria aveva detto: «Oggi ho dedicato la giornata ad altro. Qualsiasi decisione mi sta bene». Luigi Di Maio, invece, ha fatto appello alla Lega: «Hanno senso di responsabilità – ha detto nel corso della trasmissione Otto e mezzo che andrà in onda tra poco su La7 -: non ci sarà nessuna crisi di governo».

FOTO: ANSA/ANGELO CARCONI

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