Cartabellotta (Gimbe): «Inseguire i numeri quotidiani con i dpcm è una non strategia»

Il Presidente della Fondazione commenta le scelte della Presidenza del Consiglio dei Ministri

20/10/2020 di Enzo Boldi

C’è una situazione molto complicata da gestire e le soluzioni, parziali, prese nel corso dell’ultima settimana rischiano di non portare alcun risultato. Il tema degli ultimi due dpcm (quello del 13 e del 18 ottobre) hanno provocato molte reazioni avverse. Non per quanto deciso, ma per quanto non deciso. Dello stesso parere è Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe, che ha sottolineato come ci sia stata una rincorsa all’inseguimento dei numeri quotidiani. Insomma, è mancato un disegno per sfruttare il vantaggio accumulato nel corso degli scorsi mesi. E ora la situazione rischia di degenerare.

LEGGI ANCHE > Secondo De Magistris, Conte ha «trasformato la pandemia in pandemonio»

«Non essere riusciti a prevenire la risalita della curva epidemica quando avevamo un grande vantaggio sul virus oggi impone la necessità di misure di contenimento in grado di anticipare il virus – ha detto Nino Cartabellotta -. Tali misure devono essere pianificate su modelli predittivi ad almeno 2-3 settimane, perché la ‘non strategia’ di inseguire i numeri del giorno con uno stillicidio di DPCM che, settimana dopo settimana, impongono la continua necessità di riorganizzarsi su vari fronti, spingerà inevitabilmente il Paese proprio verso quel nuovo lockdown che nessuno vuole e che non possiamo permetterci».

Cartabellotta dice che il governo insegue i numeri con i Dpcm

L’assenza di una strategia. Anzi, una non strategia. Nino Cartabellotta e la Fondazione Gimbe sottolineano come l’errore più grande che si possa fare in questo periodo – in cui la seconda ondata è sempre più palese – è inseguire i numeri dei bollettini quotidiani. Non tanto per la fotografia che emerge – reale e realistiche -, ma perché provvedimenti come gli ultimi dpcm non sono stati in previsione di, ma per tamponare una situazione già evidente.

Cosa è mancato e cosa sta mancando

«Numeri a parte il contenimento della seconda ondata doveva inevitabilmente poggiare, già alla fine del lockdown, su tre pilastri integrati: massima aderenza della popolazione ai comportamenti raccomandati, potenziamento dei servizi sanitari territoriali e ospedalieri e collaborazione in piena sintonia tra Governo, Regioni ed Enti locali», conclude Cartabellotta.

(foto di copertina: da Omnibus, La7)

Share this article