Forza Italia si autodistrugge: non candida la Carfagna alle europee

17/04/2019 di Redazione

Non ci sarà Mara Carfagna a supportare Forza Italia al centro-sud in queste elezioni europee. Il partito di Silvio Berlusconi sempre più preda di liti interne che hanno portato all’addio anche di Elisabetta Gardini nei giorni scorsi e che si prepara ad affrontare la defezione di Giovanni Toti, deve far i conti con la mancata candidatura di una delle sue rappresentanti che più si era distinta in questo primo anno di legislatura. Il secondo nome in lista, dopo quello di Silvio Berlusconi, è quello di Barbara Matera.

Mara Carfagna non sarà candidata alle europee

Mara Carfagna, al momento, è vicepresidente della Camera ed è stata ministro per le Pari Opportunità del governo Berlusconi. Nei giorni scorsi si era detta disponibile a una sua candidatura, in nome dell’unità del partito e per evitare un tracollo che, al momento, si intravede soltanto nei sondaggi elettorali prima della tornata che sceglierà gli europarlamentari che l’Italia manderà a Strasburgo e a Bruxelles.

La sua candidatura, tuttavia, era stata vista dai big del partito come una sorta di attacco alla leadership indiscussa di Silvio Berlusconi. Una sorta di golpe di Mara Carfagna. Qualcuno aveva addirittura parlato di un tentativo di sfilargli il partito, a meno di 24 ore dalla consegna in Corte d’Appello delle liste che sono state già compilate.

L’ultimo treno perso da Forza Italia con la mancata candiatura di Carfagna

Forza Italia, a quanto pare, ha scelto la linea dura. E adesso si attende una reazione di Mara Carfagna, una delle esponenti del partito che è stata più incisiva nella sua opposizione al governo della Lega e del Movimento 5 Stelle. Ultimamente si era sera artefice di una risposta decisamente piccata a Marco Travaglio, definito – senza che quest’ultimo abbia risposto negativamente – leader del Movimento 5 Stelle. Oppure, erano state molto condivise le sue battute contro Luigi Di Maio quando quest’ultimo aveva parlato di «democrazia millenaria della Francia» o quando aveva sbagliato a pronunciare il nome completo del presidente della Cina Xi Jinping.

Questo suo protagonismo, quindi, non deve essere piaciuto ai senatori del partito che, con questa mancata candidatura, hanno voluto lanciarle una sorta di segnale. Forza Italia non cambia, restando patriarcale e ancorata al nome del suo leader. L’ultimo treno perso per cercare di ridare respiro a un progetto partito ormai 25 anni fa.

FOTO: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

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