«Esattamente come fuori, anche nelle carceri l’emergenza per il coronavirus non è stata governata»
09/03/2020 di Enzo Boldi
Da Modena, Foggia, Milano e Roma sono arrivate immagini di forte protesta da parte dei detenuti reclusi all’interno delle varie strutture penitenziarie. Proteste con vittime e fughe dalle carceri che hanno allertato l’attenzione dell’intera nazione Italia su quel che sta accadendo nel nostro Paese. Abbiamo parlato di tutto ciò con Riccardo Arena, storico conduttore della rubrica Radio Carcere, in onda su Radio Radicale. Abbiamo parlato dei motivi che si celano dietro questi atti di ribellioni e delle richieste che sono state portate avanti dai detenuti.
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Nelle carceri dilagano le proteste. Quanto pesa l’assenza di decisioni da parte del governo e del Ministro della Giustizia?
Ad esempio?
Nelle carceri non sappiamo chi è positivo o chi è negativo e questo semplicemente perché né gli agenti penitenziari né i detenuti sono stati sottoposti ai tamponi. Insomma, quando l’epidemia ha iniziato a diffondersi in Italia, occorreva subito concentrasi anche su luoghi chiusi come le carceri dove è più facile la diffusione del virus. Ma, tranne la sospensione dei colloqui con i familiari (che è stata disposta anche tardivamente), poco o nulla è stato fatto. Un’omissione grave, visto che il sistema sanitario presente nelle carceri è pressoché inesistente.
Caos Carceri, la richiesta di indulto e la gestione Coronavirus
Ora, dal #carcere di #Poggioreale, a #Napoli. Detenuti in rivolta sul tetto, dopo aver messo in campo le battitura in tutti i padiglioni.
Chiedono l’amnistia; i parenti in strada la conversione della pena in arresti #domiciliari.Serve #AmnistiaSociale. È provvedimento urgente. pic.twitter.com/0thkZdhJE0
— Viola Carofalo (@ViolaCarofalo) March 8, 2020
La maggior parte dei detenuti oggi protesta in modo violento per chiedere un’amnistia e un indulto, lei condivide queste richieste?
Prima di tutto non condivido il modo. Le manifestazioni violente sono inaccettabili e si pongono allo stesso livello di quella politica che, passando attraverso diversi governi, non ha fatto nulla per rimediare a condizioni detentive vergognose. Morale: la violenza strisciante della politica che si è disinteressata all’esecuzione della pena è la stessa di chi oggi si arrampica sui tetti delle carceri. Non vedo differenze.
E invece sul merito delle richieste avanzate dai detenuti?
Perché?
Perché le stesse condizioni di assoluto degrado erano presenti nelle carceri anche la scorsa estate e non è certo il virus che oggi può diventare la “scusa” per rimediare a una situazione vergognosa che nessun governo in questi anni ha saputo e ha voluto affrontare.
Chi è che paga di più per la situazione che si è venuta a creare?
Ovviamente, qui il prezzo lo paga il più debole. Ovvero i detenuti e le loro sacrosante ragioni di scontare la pena in modo dignitoso e soprattutto utile per potersi rifare una vita.
(foto di copertina: da Twitter, immagini da San Vittore – Milano)