Carabiniere ucciso,19 enne americano confessa l’omicidio: «Non pensavo fosse un militare»

Elder Finnegan Lee. Ha finalmente un nome e un cognome l’autore dell’omicidio del vicebrigadiere dei Carabinieri Mario Cerciello Rega. Il ragazzo – 19 anni, originario di San Francisco, Usa – era stato fermato la sera precedente insieme all’amico Gabriel Christian Natale Hjorth, anche lui 19enne californiano. «Non pensavo fosse un carabiniere, avevo paura di essere nuovamente ingannato», avrebbe detto Lee agli investigatori raccontando loro quanto avvenuto la sera precedente in via Pietro Cossa.

La ricostruzione dell’omicidio: la ricerca della droga e poi il furto

Elder Finnegan Lee e Gabriel Christian Natale Hjorth si trovavano a Roma in vacanza. Verso la mezzanotte della notte tra giovedì e venerdì si sono avvicinati a Sergio Brugiatelli (l’uomo a cui verrà rubato il borsello nero) chiedendogli della droga. Lui non ne ha, ma gli indica un pusher da cui acquistarla. Lee e Hjorth acquistano quindi circa cento auro di cocaina ma, una volta tornati in albergo, si rendono conto di essere stati truffati: nella bustina che il pusher ha consegnato loro c’è dell’aspirina non della droga.  I ragazzi tornano quindi in piazza e non trovando lo spacciatore se la prendono con Brugiatelli, che glielo aveva indicato. Gli rubano il borsello e fuggono via chiedendogli 100 euro per restituirglielo.

L’appuntamento in zona Prati e l’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega

Lee e Hjiorth danno appuntamento in zona Prati all’uomo per effettuare lo scambio, solo che al posto di Brugiatelli si presentano due carabinieri in borghese, Mario Cerciello Rega e il collega Andrea Varriale, che si qualificano e chiedono ai due americani di restituire loro il borsello rubato. I due ragazzi però non obbediscono all’ordine e aggrediscono i carabinieri; Elder a un certo punto tira fuori un coltello e pugnala per otto volte il vicebrigadiere lasciandolo a terra, poi scappa insieme all’amico. Varriale, anche lui ferito ma non in modo grave, da subito l’allarme ma è tutto inutile. Il collega muore poco dopo l’arrivo in ospedale, il Santo Spirito di Roma.

I due americani avevano nascosto l’arma del delitto nella loro camera d’albergo

In un primo momento si diffonde la notizia – poi risultata falsa – che i responsabili dell’omicidio sarebbero stati due marocchini. Ma in realtà nel giro di meno di una giornata, le indagini hanno portato all’identificazione dei due cittadini americani come autori del delitto.  Elder Lee Finnegan e Gabriel Christian Natale Hjorth sono stati trovati in un albergo pronti per lasciare il territorio italiano. Le forze dell’ordine hanno ritrovato l’arma del delitto nella loro camera, nascosta dietro a un pannello a sospensione del soffitto. Insieme al coltello gli investigatori hanno trovato anche i vestiti indossati durante l’aggressione ancora sporchi di sangue. I due, portati in caserma, sono stati interrogati dai carabinieri sotto la direzione dei magistrati della Procura della Repubblica di Roma e di fronte a prove schiaccianti, hanno confessato.

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