Migranti, la prima donna con bambino vittima del decreto Salvini
02/12/2018 di Gianmichele Laino
C’è una foto simbolo della giornata di ieri e degli effetti del decreto sicurezza voluto da Matteo Salvini e diventato legge con l’approvazione di Senato e Camera la scorsa settimana. Questo è quello che è successo al Cara Isola Capo Rizzuto, in provincia di Crotone: 26 migranti, tra cui donne e un bambino, sono stati prelevati dal centro per ordine del prefetto locale, Cosima Di Stani, caricati su un pullman e fermati davanti alla stazione del centro calabrese. Senza alcuna indicazione sul dove andare.
Cara Isola Capo Rizzuto, 26 migranti cacciati
Le immagini di una donna con il suo bambino in braccio hanno fatto il giro del web e, in poco tempo, ai migranti è stata offerta una soluzione alternativa dalla Caritas locale e dalla Croce Rossa. Che però fanno sapere di non essere attrezzati per gestire situazioni come questa. «Qui ci sono dei letti, un bagno, ma non c’è una cucina, non è una casa. E noi siamo stati presi alla sprovvista – ha detto Francesco Parisi, responsabile del presidio di Croce Rossa locale -. Li abbiamo portati in una nostra casa protetta, questa è una soluzione, sì dignitosa, ma d’emergenza».
La storia di Yusuf, della moglie di 19 anni e della loro bambina
La famiglia in strada, quella di Yusuf, della moglie di 19 anni e della loro piccolissima bambina, ha il permesso di soggiorno umanitario, come gli altri 23 che erano nel Cara. Il loro viaggio è durato un anno: provenienti dal Ghana e dalla Nigeria, hanno sostato a lungo in Libia, prima di arrivare in Italia. Una volta nel nostro Paese pensavano che il peggio fosse passato.
Perché i richiedenti asilo sono stati cacciati dal Cara Isola Capo Rizzuto
Invece, si sono trovati nel bel mezzo dell’applicazione del decreto sicurezza di Matteo Salvini. L’allarme sul maggior numero di migranti per strada era già stato lanciato dalle opposizioni (e da alcuni componenti del Movimento 5 Stelle) nel corso della discussione parlamentare del decreto. Ora, i prefetti hanno esteso la pratica di allontanare alcune categorie di migranti dai centri Sprar (prevista in anche dai Cara, che sono i centri per richiedenti asilo.
L’articolo 3 del decreto ora diventato legge, infatti, prevede che i richiedenti asilo possano essere trattenuti per un periodo di 30 giorni nmassimo nelle strutture di prima accoglienza (Cas e Cara) per accertare identità e cittadinanza dei richiedenti stessi. Se ciò non dovesse avvenire entro il periodo di tempo indicato, anche i richiedenti asilo potranno essere trattenuti nei Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) per 180 giorni.