Il tribunale di Milano ha definito «caporalato» quello di Uber sui riders
29/05/2020 di Redazione
Al momento c’è ancora una indagine in corso che dovrà accertare quanto stabilito dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano. Ovvero, che la filiale italiana della multinazionale dello sharing – sia per quanto riguarda i trasporti, sia con il suo più recente Uber Eats che riguarda la consegna a domicilio del cibo dei ristoranti – al momento risulta essere commissariata, perché in amministrazione giudiziaria. La causa è stata esplicitata dal Tribunale di Milano che avrebbe ravvisato alcuni elementi che portano a definire ‘caporalato’ quello di Uber Italia nei confronti dei riders.
Caporalato Uber, la decisione del tribunale
Le indagini dovranno ancora completarsi nei prossimi giorni e sono allo studio del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Milano, mentre il coordinamento è affidato al magistrato Paolo Storari. Ma quello che emergerebbe, secondo le prime valutazioni, riguarda soprattutto i comportamenti della multinazionale nei confronti delle persone che consegnano il cibo per il servizio Uber Eats, i cosiddetti riders appunto.
Non è la prima volta che, in Italia, Uber incontra problemi con la giustizia. Tutti ricorderanno, ad esempio, il caso dell’utilizzo della app Uber-black nel settore dei trasporti con conducente e la decisione del giudice nell’aprile 2017 di bloccare la app. Adesso le indagini si stanno concentrando sul servizio delle consegne a domicilio. E sulle centinaia di lavoratori impiegate per lo scopo.