Caporalato: Conte e Martina sulla stessa linea contro lo sfruttamento dei braccianti

07/08/2018 di Redazione

«Abbiamo una legge contro il caporalato, da cui partiamo, la 199 del 2016. Non è ragionevole introdurne un’altra. Ma dobbiamo anche capire perché non ha prodotto gli effetti sperati». Il premier Giuseppe Conte, all’indomani dell’incidente in cui sono morti 12 migranti sfruttati come operatori agricoli,  è sceso giù a Foggia dove ha incontrato una delegazione di braccianti africani, le rappresentanze sindacali e le autorità. «Quindi si tratta di integrarla appieno e di verificarla», ha aggiunto. «Parliamo di un sistema: per cui si tratta di rafforzare anche gli strumenti di controllo, di prevenzione, occorre lavorare al trasporto, incentivare gli imprenditori».

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Nei due incidenti, quello di sabato scorso e quello di ieri, sono morti 16 migranti.

«Non possono essere considerati fatti occasionali: qui – ha rilevato – c’è qualcosa di più».  «Dietro queste morti non c’è dignità, c’era un lavoro sfruttato e non c’era dignità. Dobbiamo fare in modo che questo non accada». Per Conte, «si tratta anche di incentivare gli imprenditori con meccanismi incentivanti perché gli imprenditori siano portati rinunciare a un pezzo di lucro per favorire condizioni di lavoro nel rispetto della dignità dei lavoratori».

Sulla applicazione della legge sul caporalato ha offerto la sua mano anche Maurizio Martina, attuale segretario del Pd. «Da Foggia io dico chiaro e forte al presidente Conte e ai ministri Salvini e Di Maio che noi ci siamo sempre nella lotta al caporalato. Ci chiamino e noi ci saremo», ha dichiarato il democratico, anche lui a Foggia. «Portino in Parlamento – ha aggiunto – provvedimenti immediati e noi faremo la nostra parte. Le leggi ci sono e vanno applicate, non smantellate. L’attività di prevenzione in particolare per trasporti e alloggi sicuri e legali va rafforzata ancora come le azioni ispettive».

 

(foto  ANSA/FILIPPO ATTILI/PALAZZO CHIGI)

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