Il post Di Maio: Di Battista o Taverna. È una promessa o una minaccia?

22/11/2019 di Enzo Boldi

Il segnale dato dalla piattaforma Rousseau rappresenta un chiaro segnale che la base ha voluto mandare a tutto il Movimento 5 Stelle. La decisione degli iscritti (hanno votato circa 27mila attivisti sui 100mila iscritti) è andata nella direzione diametralmente opposta rispetto al linea indicata dal capo politico M5S Luigi Di Maio (e non solo). Per la prima volta, da quando è stato avviato questo progetto di democrazia partecipativa online, la base si è ribellata al vertice. Una mossa che apre un fronte inatteso al’interno dei grillini.

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Il vociare tra le stanze infuocate del Movimento 5 Stelle è tornato ad avere toni molto accesi. Non tanto contro il il capo politico M5S Luigi Di Maio, ma per una serie di scelte fatte – da quando sono diventati la prima forza politica all’interno del Parlamento – che hanno allontanato gli elettori dai vertici pentastellati. Il momento delle riflessioni, dunque, potrebbe portare a una svolta a cui si è andati vicini già nel recente passato: sostituire Luigi Di Maio.

Capo politico M5S, il post Di Maio

E le figure più accreditate sembrano essere due personalità che, per vie traverse, rappresentano lo zoccolo duro del Movimento 5 Stelle del 2009, quello che riempiva le piazze italiane al suono dei «Vaffa» di Beppe Grillo. Si tratta di Paola Taverna e del redivivo Alessandro Di Battista. Due nomi che sanno di un ritorno al passato per uscire dai Palazzi e tornare a essere l’onda della rinascita pentastellata.

Sogno o incubo?

Una buona o una cattiva notizia per il Movimento 5 Stelle? Sicuramente, a differenza di quel che è diventato Luigi Di Maio, sia Paola Taverna che Alessandro Di Battista rappresentano una vecchia novità. Una boccata di ossigeno per un ritorno alle radici. La politica, però, cambia la gente. E quello che può sembrare un sogno nostalgico, può trasformarsi in un incubo.

(foto di copertina: ANSA / ETTORE FERRARI + ANSA/ CESARE ABBATE + ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

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