Fontana dice che per i camici in Lombardia l’azienda del cognato aveva emesso fattura «nell’automatismo della burocrazia»
08/06/2020 di Gianmichele Laino
Un problema di burocrazia all’origine del malinteso sulla questione dei camici in Lombardia. È questo ciò che sostiene il governatore Attilio Fontana che, in un lungo post su Facebook, ha provato a spiegare quanto rivelato da un articolo del Fatto Quotidiano e quanto mostrerà la trasmissione Report questa sera, 8 giugno. Il presidente della Lombardia, infatti, è stato il convitato di pietra di un’inchiesta giornalistica che metteva in luce una fornitura di 75mila camici medici nel corso dell’emergenza sanitaria ad aprile, realizzata dalla Dama spa, l’azienda del cognato di Fontana di cui anche la moglie del governatore detiene alcune azioni.
LEGGI ANCHE > Report racconta la storia dei camici forniti in Lombardia dalla ditta del cognato e della moglie di Fontana
Camici in Lombardia, la risposta di Attilio Fontana
La stessa fornitura era stata in un primo momento pagata, ma successivamente – il 22 maggio – l’azienda ha restituito i soldi alla regione, che aveva provveduto a fornire l’incarico attraverso la sua agenzia per gli appalti, l’Aria. Ma perché c’è stato questo lasso di tempo? Prova a spiegarlo lo stesso Fontana su Facebook: «Nell’automatismo della burocrazia – ha detto il governatore -, nel rispetto delle norme fiscali e tributarie, l’azienda oggetto del servizio di Report, accompagnava il materiale erogato attraverso regolare fattura stante alla base la volontà di donare il materiale alla Lombardia, tanto che prima del pagamento della fattura, è stata emessa nota di credito bloccando di fatto qualunque incasso».
Fontana ha detto che la società in questione, la Dama spa, ha anche assicurato, sempre nel periodo dell’emergenza coronavirus, 60.000 euro sul fondo straordinario per l’emergenza istituito da Regione Lombardia. Il governatore ha affermato anche che, nel corso dell’emergenza coronavirus, non può essere mossa alcuna accusa a chi ha agito con senso civico. Pertanto, ci tiene a sottolineare come la regione sia estranea a una vicenda che, alla fine, si è comunque conclusa con una donazione e affida «alle autorità competenti la tutela della Regione Lombardia».