Cambogia: è morto a 77 anni il capo della prigione dei Khmer Rossi

Il suo soprannome era Compagno «Duch» ed era stato condannato all'ergastolo per crimini contro l'umanità

02/09/2020 di Marta Colombo

E’ morto a 77 anni Kaing Guek Eav, il capo della famigerata prigione di Tuol Sleng in Cambogia, dove i Khmer Rossi hanno torturato e ucciso migliaia di persone alla fine degli anni ’70. Il suo soprannome era Compagno Duch ed era stato condannato all’ergastolo per crimini contro l’umanità da una corte dell’ONU per il suo ruolo nel genocidio cambogiano.

Circa due milioni di persone sono morte per mano dei Khmer Rossi in Cambogia tra il 1975 e il 1977. Duch era stato il primo tra le figure di spicco del regime ad essere condannato per crimini contro l’umanità in 2010, un evento storico nella condanna di una delle dittature più sanguinose e spietate della storia.

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Il ruolo di Kaing Guek Eav nel genocidio delle minoranza in Cambogia

Duch era a capo della prigione S-21, nota come Tuol Sleng, dove almeno 15,000 donne, uomini e bambini considerati «nemici del regime» sono stati torturati, obbligati a confessare presunti crimini contro i Khmer Rossi e uccisi al suo interno e nei campi di sterminio fuori dalla capitale della Cambogia Phnom Penh.

Durante il suo processo, Duch aveva ammesso il suo coinvolgimento nelle operazioni del regime e si era scusato per le atrocità alle quali aveva preso parte. Tuttavia, aveva poi ritrattato le sue dichiarazioni, dicendo che stava solo seguendo ordini, ma il suo ricorso era stato categoricamente rifiutato dalla corte dell’ONU che lo aveva condannato all’ergastolo.

Durante i processi contro i Khmer Rossi, Kaing Guek Eav aveva testimoniato contro alcuni ufficiali molto vicini a Pol Pot, il leader del regime.

I Khmer Rossi hanno governato la Cambogia dal 1975 al 1979. Durante questi anni, Pol Pot e il suo esercito hanno obbligato milioni di persone delle città a lavorare in grandi comuni controllati dal regime nelle campagne.

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