Calgary dice no alle Olimpiadi, per Milano-Cortina è quasi fatta

Ora, soltanto l’Italia potrà contrastare se stessa nella contesa per l’assegnazione dell’Olimpiade 2026. La città di Calgary, in Canada, si è pronunciata negativamente nei confronti del referendum consultivo per verificare la disponibilità della cittadinanza a ospitare l’evento. Con il 56,4% (171.750 voti contro 132.832), la cittadina nordamericana ha deciso di opporre il suo rifiuto a una manifestazione che avrebbe comportato dei sacrifici economici importanti.

Calgary dice no alle Olimpiadi 2026

Il referendum, sia chiaro, ha il solo valore consultivo. Ma in Canada, le istituzioni sono molto più propense ad ascoltare il parere popolare e ad assecondarlo nelle proprie decisioni. Lunedì il consiglio comunale di Calgary prenderà atto dei risultati e, con ogni probabilità, annuncerà l’addio alla candidatura. Il sindaco della città Naheed Nenshi ha affermato che la volontà popolare è piuttosto chiara e che, pertanto, ci sono pochi margini per dare un’indicazione politica diversa rispetto all’esito del referendum.

L’abbandono della corsa da parte di Calgary mette consequenzialmente in pole position la candidatura congiunta Milano-Cortina 2026. Al netto, ovviamente, del finanziamento dell’evento da parte del governo e dell’annunciata riforma del Coni che vedrebbe la massima istituzione sportiva fortemente ridimensionata sia nei suoi poteri, sia nei fondi che avrebbe a disposizione.

Le chance di Milano-Cortina dopo il rifiuto di Calgary

L’unica concorrente azzurra, infatti, sarebbe la svedese Stoccolma. Ma anche in questa circostanza, le chance di successo sono inferiori rispetto alla candidatura italiana. Il percorso, insomma, sembra essere in perfetta discesa. L’unico ostacolo che potrà frapporsi tra la candidatura dell’Italia e l’assegnazione dei Giochi Olimpici è il tempo. Ora come ora, Milano-Cortina sono favorite. Ma la delicata situazione dell’esecutivo – con continui cambi di opinione e di linea anche su temi delicati – non permette quella sicurezza e quella tranquillità che in altre circostanze, con un governo deciso a dare il proprio appoggio incondizionato all’evento, sarebbero scontate. Se ne riparlerà a giugno, quando il CIO dovrà decidere il Paese a cui assegnare le Olimpiadi 2026.

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