Ucciso il giornalista che svelò una Calciopoli in Africa

17/01/2019 di Enzo Boldi

Colpito e ucciso da tre colpi d’arma da fuoco mentre era a bordo della propria automobile. Così è morto Ahmed Hussein Divela, il giornalista investigativo che con le sue inchieste aveva scoperchiato un vero vaso di Pandora fatto di corruzione nel mondo del pallone. L’avevano ribattezzata una Calciopoli africana che, però, gli è costata la vita. I suoi articoli, infatti, avevano messo in luce un vero e proprio sistema marcio all’interno delle istituzioni calcistiche africane e in particolare del Ghana.

E proprio lì a Madina, un sobborgo della capitale Accra, Ahmed Hussein ha trovato la morte per mano di due sicari che lo hanno raggiunto a bordo di una motocicletta e freddato con tre colpi di pistola. Aveva solo 34 anni, ma la sua storia professionale era già ricca di inchieste che hanno messo a soqquadro le alte cariche governative del Ghana. Non solo la Calciopoli africana, ma un percorso di indagine che lo ha portato a svelare numerosi episodi di corruzione tra i membri del governo del Paese africano.

Un deputato aveva promesso una ricompensa per chi lo avesse picchiato

Nei giorni scorsi, lo stesso Ahmed Hussein aveva presentato una denuncia nei confronti di un deputato del partito di maggioranza del governo, reo di aver trasmesso una sua foto a una tv nazionale con la promessa di una ricompensa per chiunque lo avesse trovato e picchiato. Un atto da regime che è stato sottolineato anche da  Anas Aremayaw Anas, capo della squadra di giornalisti investigativi di cui faceva parte anche il giovane cronista assassinato.

L’inchiesta sulla Calciopoli Africana

E proprio in team con Anas, Ahmed Hussein è stato uno dei grandi protagonisti dell’inchiesta che ha scoperchiato la Calciopoli africana. Attraverso delle telecamere nascoste, i giornalisti ripresero il presidente della Federcalcio ghanese, Kwesi Nyantakyi, mentre offriva ad alcuni potenziali investitori dei contratti con il governo del Ghana. Il tutto in cambio di diversi milioni di dollari. Peccato per lui, che poi si dimise dalla carica, che quei potenziali investitori, in realtà, facevano parte della squadra investigativa guidata da Anas. L’inchiesta giornalistica portò alla sospensione di 50 arbitri da parte della Federazione calcistica africana. Un fatto che destabilizzò il mondo del calcio africano e che potrebbe esser stata la causa dell’assassinio del giovane giornalista.

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