La Monregale ha sospeso il calciatore degli insulti sessisti e razzisti

Frasi di una violenza inaudita. Una prima polemica a febbraio, quando il video era stato diffuso su Instagram. Poi, una nuova sollecitazione questa mattina, con la pagina Abolizione del Suffragio Universale che aveva chiesto perché il Monregale Calcio, la squadra di seconda categoria in cui il calciatore autore del video militava, non lo avesse ancora sospeso. Nel pomeriggio, la notizia: la sospensione è al momento attiva, mentre si sta aspettando il parere di un esperto di diritto sportivo per renderla definitiva.

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Monregale calcio ha sospeso il calciatore degli insulti

Marco Rossi, dopo una lite per un sinistro stradale con una donna, aveva pronunciato nel video queste frasi:

“C’è una ne*ra di merda che pensa di avere dei diritti”.

“Donna e diritti non dovrebbero stare nella stessa frase, in più ne*ra”.

“Orango”.

“You are black, ne*ra di merda”.

“Baciami il cazzo, puttana!”

“Troia, lavami i pavimenti”.

Monregale calcio, il comunicato della società

La polemica successiva era praticamente scontata. La squadra non è riuscita ad anticiparla e oggi è corsa ai ripari, soprattutto dopo che il caso era stato diffuso sui social network. Per questo, ha pubblicato un comunicato:

«La società – si legge – ha fatto quel che poteva, cioè sospendere immediatamente il ragazzo da ogni attività sportiva; sospensione che è tuttora in essere, in attesa di conoscere quali siano i limiti sanzionatori possibili (abbiamo chiesto, a questo scopo, un parere ad un esperto di diritto sportivo, di cui siamo tuttora in attesa), dopodiché emetteremo il provvedimento disciplinare definitivo. Questo è l’unico motivo per cui non avevamo ancora emesso un comunicato ufficiale (ora ci è stato chiesto dai nostri amici e sponsor, per cui lo pubblichiamo volentieri, a scanso di equivoci e per tutelare la loro – prima ancora della nostra – buona immagine)». 

La Monreale Calcio, squadra di Mondovì in Piemonte, ha anche comunicato la reazione dell’ex tesserato: «Entrambi i suddetti (non solo il calciatore, ma anche un dirigente, ndr) hanno accettato le sanzioni inflitte – ha scritto la squadra -, riconoscendo la gravità delle loro (e solo loro) azioni. Siamo una società piccola, ma nel nostro piccolo abbiamo sempre creduto nel valore sociale dello sport e dell’inclusione. Da sempre giocano per noi centinaia di ragazzi, italiani e stranieri, senza aver mai operato alcuna discriminazione. E ce ne facciamo un vanto». 

La società, tuttavia, ha chiesto di evitare gli insulti alla squadra che si era immediatamente dissociata dagli insulti del suo calciatore: «Non possiamo tollerare che il nostro nome sia infangato o anche solo accostato a episodi e comportamenti che nulla hanno a che vedere con la nostra attività (e, anzi, sono contrari ai nostri principi). Non siamo e non saremo mai razzisti». Nel corso della giornata, infatti, si erano moltiplicati gli attacchi alla squadra che ha sempre sostenuto di aver combattuto comportamenti discriminatori. 

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