Presa a calci e pugni perché lesbica: la denuncia su Facebook di Giulia Ventura

Il volto insanguinato, labbra gonfie, setto nasale rotto. Sono i segni dell’aggressione subita da Giulia Ventura, trentenne ragazza lesbica che vive a Potenza, in Basilicata. Giulia si è fatta coraggio e ha pubblicato un lungo post su Facebook, corredato da tre foto (due immagini del suo volto, una del certificato ospedaliero) in cui denuncia il fattaccio avvenuto mercoledì scorso.

Ero indecisa sul rendere pubblico o meno ciò che mi è accaduto, ma ho deciso di farlo perché non si ripeta mai più una…

Gepostet von Giulia Ventura am Freitag, 17. Januar 2020

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La denuncia su Facebook di Giulia Ventura

«Ero indecisa sul rendere pubblico o meno ciò che mi è accaduto, ma ho deciso di farlo perché non si ripeta mai più una cosa simile», si legge nel post su Facebook. «Era mercoledì sera, cammino a piedi, in questa meravigliosa città di Potenza, con le mie cuffiette blu nelle orecchie, sento qualcuno blaterare verso di me, non capendo cosa stesse accadendo, mi tolgo le cuffiette e vedo due ragazzini che, attraversando la strada e si mettono di fronte a me, intralciandomi il passaggio. Chiedo loro che problemi avessero e dopo due spintoni che mi hanno atterrata, ancora cosciente sento una frase: “Le persone come te devono morire, vuoi fare il maschio? E mo ti faccio vede come abbuscano i maschi”. Non ho il tempo di rispondere che il primo pugno mi rompe il labbro, il secondo il naso, il terzo l’occhio. Mi alzo e cerco di difendermi con una testata che credo abbia rotto il naso al mio ammiratore, ma poi cado. Sento due calci, uno sulla costola e uno sulla spalla. Svengo. Mi riprendo dopo qualche minuto in una pozza di sangue, metto la sciarpa in bocca, per via del troppo sangue che perdevo e vado a casa. Per non spaventare mia madre decido di andare in garage per sciacquarmi il viso, tumefatto. Alla mia vista davanti lo specchio, svengo nuovamente. Prendo le forze in mano e torno a casa, mi infilo nel letto con forti dolori ovunque. L’indomani il naso non cessava di perder sangue e decido di andare in ospedale, la denuncia parte d’ufficio. Ora – continua Ventura – Dopo tutto questo, ditemi, il mio orientamento sessuale è affare di politica? Sono forse una sovversiva che merita di essere ridotta così da due piccoli teppisti di probabile inclinazione fascista? Credevo di aver superato quella fase, quando già nel 2009 venivo aggredita in villa, ma mi sbagliavo. Passa il tempo, ma non passano le schifezze dovute ad un’ignorante ineducazione. Sarà colpa dei ragazzini, si, ma anche i genitori dovrebbero pensare ad andare a cogliere broccoli e non a fare figli, se questi sono i risultati. Ciò che avete fatto a me non deve MAI PIÙ ESSERE FATTO AD ESSERE UMANO».

[CREDIT PHOTO: FACEBOOK/GIULIA VENTURA]

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