Il caffè di Monza che non accetta recensioni negative e che si lancia in insulti omofobi: «Non tollero i culattoni»
15/01/2019 di Redazione
Un nuovo episodio di un bar che si rende protagonista di insulti omofobi. Questa volta tocca a un caffè di Monza, il Caffè Zucchi, che avrebbe risposto – attraverso un messaggio privato su Facebook – a un cliente, Matteo Brambilla (35 anni), con un insulto omofobo. Al messaggio, poi, è stato applicato uno screenshot ed è stato diffuso attraverso i social network.
Caffè Monza, l’insulto omofobo per una recensione negativa
Il Caffè Zucchi di Monza non ha gradito il commento negativo del mio amico e invece di rispondergli in maniera educata, l’ha cercato su FB per dirgli che i froci/culattoni lo fanno vomitare e che cerca sempre di toglierseli di torno quando li vede.
Io sono sconvolta. pic.twitter.com/CjJjUHFPSe— Panin Hilton (@NeuroRomantica) 13 gennaio 2019
Qualche giorno fa, Matteo Brambilla, 35enne impiegato in una multinazionale a Londra, ha deciso – insieme al suo compagno -di prendere un aperitivo nel locale della cittadina. «Nemmeno un “buongiorno o arrivederci” da parte del collega a cui abbiamo pagato il conto» – scrive nella sua recensione su Google in cui salva la posizione centrale del locale, ma non risparmia critiche alla cortesia del personale o ai costi troppo eccessivi (sette euro per uno Spritz).
I fatti raccontati da Matteo Brambilla
Matteo Brambilla, infatti, è solito scrivere recensioni su Google dei locali che visita. Anche per Monza non ha fatto eccezioni. Il proprietario del locale, evidentemente infastidito per la recensione, ha ritenuto necessario rispondere con un messaggio privato allo stesso Brambilla. Tra i vari punti con diverse eccezioni sollevate, spicca la frase omofoba: «Io non tollero invece i froci e qualsiasi devianza analoga. Non appena ne avverto la malaugurata percezione nei dintorni mi auguro che si levino al più presto di torno».
Matteo Brambilla ha annunciato che, non appena tornerà in Italia, presenterà una denuncia. Mentre il locale – interpellato anche dal Corriere della Sera – non ha ritenuto opportuno commentare. Pare che i gestori siano stati infastiditi da una serie di commenti negativi a loro modo di vedere scatenati proprio dalla prima recensione di Brambilla. Ma tutto ciò non può giustificare l’insulto omofobo, che è sempre da condannare.