Cacciatore e le manette, quando imitare Mourinho non è proprio una buona idea

La partita era ancora aperta a ogni possibile soluzione, quando Fabrizio Cacciatore – giocatore del Chievo Verona – ha avuto la brillante idea di fare il gesto delle manette per contestare una decisione arbitrale. Il direttore di gara Maresca, però, aiutato anche da assistenti reali e virtuali, non ha potuto fare a meno di applicare la linea dura, come prevede la giurisprudenza calcistica in questi casi: espulsione e veronesi in 9 uomini (visto il rosso a Bastien nel primo tempo). Gioco da ragazzi a quel punto per la Juventus segnare due gol con Sami Khedira e Gonzalo Higuain e assicurarsi i tre punti che le garantiscono, al momento, il primato solitario in classifica.

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CACCIATORE, IL GESTO È STATO INVENTATO DA MOURINHO

Vena chiusa, follia allo stato puro e José Mourinho: ecco le cause di una delle espulsioni più evitabili della stagione 2017/2018. Già, perché l’ex allenatore dell’Inter, nel 2010, nel corso di un match contro la Sampdoria, incrociò le braccia in favore di telecamera per riproporre proprio quelle manette dall’alto valore simbolico. Il gesto è diventato universalmente il simbolo della protesta contro la «classe arbitrale asservita ai poteri forti». Ed è per questo che non viene tollerato.

CACCIATORE, L’ALTRO PRECEDENTE DI TONELLI

In questo caso, quindi Mourinho non ha fornito proprio un esempio invidiabile. E tuttavia, per il suo forte impatto mediatico, continua a essere imitato. Anche Lorenzo Tonelli, nel 2016 quando era ancora un difensore dell’Empoli, fece il gesto delle manette dopo essere stato espulso per doppia ammonizione e venne sanzionato con tre giornate di squalifica. Analoga pena, ora, aspetta lo stesso Cacciatore.

Oltre, ovviamente, alla beffa di aver reso «più facile» il lavoro alla Juventus che, grazie alla doppia superiorità numerica, ha dovuto applicare proprio il minimo sforzo per portare a casa la vittoria.

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