Ai giornalisti della sede Rai di Firenze è arrivata una busta con un proiettile e minacce di morte

Le minacce, oltre che ai giornalisti, erano rivolte anche al Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani

18/10/2021 di Ilaria Roncone

La situazione per i giornalisti in Italia in questi tempi di pandemia, no vax e no Green Pass non è proprio rosea. A riprova ulteriore, se ce ne fosse bisogno, abbiamo quanto accaduto oggi ai giornalisti della sede Rai di Firenze. Presso gli uffici è stata recapitata una busta che conteneva un biglietto con minacce di morte ai giornalisti e al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e un proiettile: «O vi date una calmata, giornalisti e Giani, o il piombo vi zittirà per sempre!!». Alle minacce a giornalisti e Giani sono seguire espressioni di solidarietà da parte di sinistra e destra.

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Minacce a giornalisti e Giani sono «salto di qualità inquietante nel clima di queste settimane»

Così sono state definite, dopo la notizia, le minacce ricevute dai giornalisti. Dopo le minacce dirette e la condivisione di dati personali di giornalisti su Telegram e le aggressioni fisiche durante le manifestazioni no vax e no Green Pass con l’accusa di essere servi del sistema, si arriva anche ai proiettili in busta. «Una minaccia grave che rappresenta un salto di qualità inquietante nel clima di queste settimane contro i giornalisti e l’informazione – scrivono in una nota congiunta il comitato di redazione della Tgr Rai Toscana, il coordinamento dei CdR della Tgr Rai, l’esecutivo Usigrai, l’Associazione Stampa Toscana e l’Ordine dei Giornalisti della Toscana – Chiediamo alle autorità massima vigilanza, e di individuare quanto prima i responsabili».

Il comunicato congiunto si conclude con la consapevolezza che il lavoro che è stato portato avanti finora proseguirà: «La redazione della Tgr Rai Toscana continuerà a svolgere il proprio lavoro senza farsi intimidire, con professionalità e attenzione, nel rispetto delle opinioni di tutti ma raccontando i fatti senza censure». La buona salute di una democrazia, come sempre, passa anche dal libero esercizio della professione giornalistica e – vista la situazione – occorre ribadirlo una volta di più.

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