La vergogna delle buche di Roma colpisce il Giro d’Italia

Neutralizzazione della tappa (ovvero distacchi annullati) per l’ultima frazione del Giro d’Italia 2018, quella del gran finale di Roma. Le buche presenti sul percorso, i sanpietrini disconnessi, i pericoli che i corridori hanno incontrato lungo le strade della Capitale (qualcuno di loro ha anche accennato a una protesta) hanno impedito agli organizzatori di garantire il regolare svolgimento della tappa partita dalle Terme di Caracalla e arrivata a Piazza Venezia.

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Buche Giro d’Italia, neutralizzata la tappa finale di Roma

Una meravigliosa cornice, ma una pessima riuscita di quella che doveva essere la manifestazione sportiva del riscatto di Roma. Al terzo passaggio dai Fori Imperiali i direttori di corsa, i giudici e l’organizzazione hanno deciso di neutralizzare la gara, rispondendo alle sollecitazioni dei corridori. È stato in quel momento che Chris Froome è diventato ufficialmente il vincitore del Giro numero 101.

Il resto della tappa è stata una semplice passerella per le strade della Capitale, in mezzo a due ali di folla in un caldo e assolato pomeriggio di maggio. Ma la figuraccia internazionale per l’asfalto sconnesso (nonostante i rammendi degli ultimi giorni, in un disperato tentativo di salvare il salvabile) resterà scolpita nella memoria dei ciclisti e in quella dei vertici del Giro d’Italia.

Buche Giro d'Italia
I corridori impegnati nella tappa di Roma del Giro 2018, tra le buche ANSA/DANIEL DAL ZENNARO

Oggi, c’è spazio per la festa, ma anche per i dolorosi bilanci. Sotto accusa c’è il Movimento 5 Stelle e la gestione della Capitale da parte della sindaca Virginia Raggi. «La figuraccia in mondovisione del Giro bloccato per le buche sul manto stradale ha dimostrato a tutto il pianeta Terra quello che noi romani purtroppo sappiamo da sempre – ha affermato Marco Miccoli del Partito Democratico -. E cioè che la Raggi e i 5 Stelle sono incapaci di governare. Si dimetta e permetta alla città di tornare al voto e di scegliere un sindaco meno incapace di lei. Se resta la Raggi il rischio è che il prossimo anno, invece del Giro d’Italia, Roma ospiti la Parigi-Roubaix, corsa famosa perché si corre sul pavé belga». Gli fa eco il collega di partito Roberto Giachetti, anche lui candidato a sindaco alle scorse amministrative romane: «Roma – ha detto Giachetti – ha ospitato tra i maggiori eventi al mondo. A Roma prese il via il Giro d’Italia nel 2000, per il Giubileo. Nel 2009 fu l’ultima tappa. Due anni di arrampicate sugli specchi e oggi dicono al mondo che la colpa è dei sampietrini. Imbarazzanti e vergognosi».

Ma le critiche arrivano da tutte le parti politiche: Marco Marsilio di Fratelli d’Italia parla di una «figuraccia Capitale» per la sindaca Virginia Raggi, mentre Forza Italia affida alla capogruppo alla Camera Maria Stella Gelmini – via Twitter – il suo disappunto per quanto accaduto a Roma nel giorno dell’ultima tappa del Giro d’Italia. E anche dal possibile alleato di governo del Movimento 5 Stelle, la Lega, arriva una dura reprimenda. Barbara Saltamartini, esponente del Carroccio, ha scritto su Facebook: «Da caput mundi a capitale mondiale delle brutte figure: con il pasticcio dell’ultima tappa del Giro d’Italia, con le buche e il pessimo stato del manto stradale che hanno ‘accorciato’ la corsa, l’amministrazione Raggi si conferma un fallimento totale. Roma non merita questo».

Sam Bennett più forte delle buche Giro d’Italia a Roma

Tra i Fori Imperiali e piazza Venezia, comunque, ad alzare le braccia per l’ultima volta nella corsa rosa 2018 è Sam Bennett davanti all’italiano Elia Viviani. L’irlandese della Bora-Hansgrohe ha conquistato la terza gioia personale, dopo quelle di Praia a Mare e Imola. Ma è l’italiano, campione olimpico dell’omnium a Rio 2016, il re degli sprinter: il suo secondo posto consolida la sua maglia ciclamino, resa ancor più preziosa dai quattro successi di tappa.

I corridori hanno reso epica la corsa. Il finale, forse, meritava di essere migliore.

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