Non aprite la mail che vi sta arrivando dalla fantomatica “Brigata protezione dei minori” del ministero dell’Interno

Un nuovo tentativo di truffa che utilizza presunte accuse di pedopornografia e di cyberpornografia per spingere gli utenti a rispondere alla mail

22/11/2022 di Redazione

Vi ricordate la truffa che utilizza impropriamente il nome del comandante Teo Luzi per attuare un tentativo di phishing ai danni degli utenti? Bene, sta tornando a circolare un’altra mail molto simile, proveniente da un indirizzo non verificato, che potrebbe creare ulteriori problemi e che potrebbe configurare l’ennesimo tentativo di sottrazione dei dati personali degli utenti in maniera indebita. Se avete ricevuto una mail dalla presunta Brigata protezione dei minori del ministero dell’Interno, sappiate che comparti con quella specifica descrizione e che abbiano quelle specifiche funzionalità non esistono. E che tutte le accuse che sono contenute nel testo della mail, ovviamente, non corrispondono a verità.

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Brigata protezione minori, la mail truffa

Questo è il testo della mail:

Alla tua attenzione: sono la signora Mireille Ballestrazzi, direttore del dipartimento di polizia postale e delle comunicazioni, capo della brigata per la protezione dei minori (bpm). Ti contatto poco dopo un sequestro informatico di infiltrazione informatica. Autorizzato, in particolare in materia di pedopornografia, pedofilia, cyberpornografia, esibizionismo, traffico sessuale dal 2009. Siete oggetto di numerosi procedimenti legali in vigore:

pornografia infantile
pedofilia
esibizionismo
cyberpornografia

per tua informazione, la legge n° 2007-293 del 5 marzo 2007 del codice penale aumenta le pene quando le proposizioni, le aggressioni sessuali o gli stupri potrebbero essere stati commessi utilizzando internet e tu hai commesso i reati dopo essere stato preso di mira internet (sito pubblicitario), poi durante gli scambi di posta elettronica.

Le tue foto di nudo che invii a minori tramite il tuo indirizzo ip sono state registrate dal nostro cyber poliziotto e costituiscono una prova dei tuoi reati. Sei pregato di farti sentire via email scrivendoci le tue giustificazioni affinché vengano messe in esame e verificate al fine di valutare le sanzioni; questo entro un termine rigoroso di 72 ore.

Trascorso tale termine, saremo obbligati a inviare la nostra denuncia al sig. Edmondo bruti liberati, procuratore della repubblica di milano e specialista in cybercrime per redigere un mandato di cattura nei vostri confronti, inviarlo alla polizia più vicina al vostro luogo di residenza per il vostro arresto e denunciarti come molestatore sessuale.

Il tuo file verrà anche inviato ai media per la diffusione dove la tua famiglia, i tuoi cari e tutta l’Italia vedranno cosa stai facendo davanti al tuo computer o cellulare.

ora sei stato avvisato.

cordiali saluti,
la sig.ra Mireille Ballestrazzi.

Oltre a utilizzare lo stemma del ministero dell’Interno in maniera indebita e oltre a citare un presunto dipartimento che dovrebbe occuparsi di reati nei confronti dei minorenni (reati particolarmente odiosi, che meriterebbero di essere trattati con più rispetto e non di essere affrontati come una sorta di cavallo di Troia per delle truffe messe in atto da criminali informatici), la mail cita il nome di una persona realmente esistente, Mireille Ballestrazzi. Quest’ultima è stata effettivamente alla guida dell’Interpol e il suo nome è associato alle forze dell’ordine. Ovviamente, non ha nulla a che vedere con questa truffa: come è successo in passato, sia per Teo Luzi, sia per Catherine de Bolle, i criminali utilizzano dei nomi credibili di persone per rafforzare la verosimiglianza del testo che inviano a diversi utenti.

Tuttavia, basta leggere l’italiano stentato con cui è costruita la mail e basta verificare che l’indirizzo mail di provenienza non abbia un dominio ufficiale per poter cestinare senza appello questo messaggio. Rispondere, come suggerisce di fare il testo della mail, potrebbe essere molto pericoloso: si invierebbero delle informazioni sensibili che potrebbero essere utilizzate dagli autori della truffa per furti d’identità.

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