Brexit, sette laburisti abbandonano Corbyn: «Partito troppo a sinistra e con posizioni antisemite»

Sette laburisti hanno annunciato di voler lasciare il partito e voler formare un gruppo indipendente nel parlamento. Le accuse contro Jeremy Corbyn sono di aver spostato il partito su posizioni «troppo sull’estrema sinistra» e «antisemite, oltre a idee molto pericolose in politica estera, vedi Russia, Siria e Venezuela». Il leader Corbyn si è detto «molto deluso»: così perde il sostegno il suo piano per la Brexit.

Brexit, chi sono i sette laburisti che hanno abbandonato Jeremy Corbyn

Era dagli anni ’80 che il partito laburista non affrontava una spaccatura così netta. Allora furono in 4 ad abbandonare il partito per creare il Social democratic Party. Oggi sono sette. Si tratta di Chuka Umunna, astro emergente del partito laburista conosciuto come “l’Obama inglese”, Chris Leslie,  Gavin Shuker, Ann Coffey, Mike Gapes, Angela Smith e Luciana Berger, la deputata ebrea che durante l’ultimo congresso laburista era arrivata con una scorta per timore di attacchi antisemiti. «Non ci sentiamo più parte di questo progetto politico» hanno dichiarato, spiegando che la loro decisione di abbandonare è dovuta al fatto che «il partito si è spostato troppo sull’estrema sinistra e ha posizioni antisemite, oltre a idee molto pericolose in politica estera, vedi Russia, Siria e Venezuela. Ci vuole qualcosa di nuovo». I sette infatti formeranno un gruppo indipendente.

I sette ribelli, i punti di disaccordo con Jeremy Corbyn

I sette ex-laburisti hanno condannato un crescente «autoritarismo» del leader Jeremy Corbyn , accusato anche di avere posizioni antisemite. Un’accusa pesante ma che già da tempo serpeggiava tra i laburisti e che, secondo i 7, sarebbe stata confermata da una «accondiscendenza della dirigenza del partito» che aveva punito solo 12 laburisti su un migliaio per le loro posizioni antisemite emerse in un report della settimana scorsa. A far tracimare il vaso è però la Brexit. Secondo i sette ribelli, Corbyn avrebbe «tradito l’Europa rendendo possibile la Brexit». I sette erano tra i sostenitori di un nuovo referendum.

Jeremy Corbyn commenta l’abbandono: «Questo sarebbe il momento di restare uniti»

Jeremy Corbyn non ha risposto alle accuse di antisemitismo, ma ha dichiarato di essere «deluso» dal fatto che i sette parlamentari «non si sentano in grado di continuare a lavorare insieme per le politiche del lavoro che hanno ispirato milioni alle ultime elezioni e che ci hanno consegnato il piu grande consenso dal 1945». «Il partito laburista ha conquistato le persone con un programma per molti e non per pochi – ha aggiunto Corbyn –  ridistribuendo ricchezza e potere, portando risorse vitali alla proprietà pubblica, investendo in ogni regione e nazione e affrontando il cambiamento climatico». Jeremy Corbyn difende il lavoro compiuto per ottenere un buon accordo di divorzio dall’Unione Europea:  «Il governo conservatore sta minacciando la Brexit, mentre il Labour ha definito un piano alternativo unificante e credibile». Il leader laburista ha poi sottolineato che in un m omento in cui «milioni di persone stanno affrontando la miseria del credito universale, l’aumento del crimine, la mancanza di un tetto e la povertà» bisogna «restare uniti per costruire un futuro migliore per tutti noi».

(Credits immagine di copertina:  © Xinhua via ZUMA Wire)

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