L’allarme di Boeri: «I conti sulle pensioni sono sbagliati, con quota 100 ci sarà più spesa»
19/11/2018 di Redazione
«I conti sulle pensioni sono sbagliati», «Ci sono state troppe promesse», «Con quota 100 la spesa aumenterà», e «I nostri dipendenti subiscono quotidianamente aggressioni, abbiamo chiesto di rafforzare la sorveglianza». È quanto spiega oggi, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera destinata a far molto discutere, il presidente dell’Inps Tito Boeri, sollevando dubbi sui piani dell’esecutivo Lega-M5S. «Quando i chiarimenti sulle intenzioni effettive del governo non ci vengono dati nelle sedi istituzionali – sono state le parole dell’economista a capo dell’istituto di previdenza sociale dal 2014 –, siamo costretti a chiederli pubblicamente. Perché dobbiamo essere messi nelle condizioni di prepararci e raggiungere i cittadini. Non vogliamo fare da parafulmine per reazioni a promesse non mantenute. I nostri dipendenti negli uffici territoriali subiscono quotidianamente aggressioni al punto che, Salvini lo sa bene, abbiamo dovuto chiedere di rafforzare la sorveglianza davanti alle sedi».
Pensioni, Boeri: «I conti non tornano, con quota 100 aumenta la spesa»
Boeri ha lanciato un allarme sul costo di quota 100, l’apertura alle pensioni on 62 anni di età e 38 di contributi, affermando che «l’Italia ha chiuso una campagna elettorale nove mesi fa con promesse elettorali impegnative, abolire la povertà, cancellare la riforma Fornero, e da allora la narrazione di chi ha le leve del potere non è cambiata». «Non c’è stato ridimensionamento delle aspettative», dice il presidente Inps. Secondo Boeri il fondo per la previdenza da 6,7 miliardi di euro istituito con la legge di Bilancio non basterebbe a garantire quota 100. «Il governo – dice – ci ha chiesto delle simulazioni e ne abbiamo fatte tantissime. Tutte implicano per forza che ci sia un forte incremento della spesa nei primi anni: all’inizio c’è un grande gruppo di persone che entra a carico del sistema pensionistico e ogni anno se ne aggiungono altre che maturano i requisiti, dunque la spesa non può che aumentare».
Non servirebbero nemmeno delle finestre. «Sarebbe – spiega ancora Boeri al Corriere della Sera – un modo di ritardare la pensione senza dirlo e può generare risparmi il primo anno ma non il secondo, quando l’effetto di contenimento viene meno. Insomma in tutti gli scenari con 62 anni di vecchiaia e 38 di anzianità contributiva viene fuori una crescita della spesa nel tempo. L’idea di una dotazione piatta e costante a 7 miliardi l’anno non è minimamente supportata da alcuna delle simulazioni che ci hanno chiesto».
(Foto di copertina da archivio Ansa: il presidente dell’Inps, Tito Boeri, in audizione davanti alle commissioni Finanze e Lavoro della Camera, il 19 luglio 2018. Credit immagine: ANSA / GIUSEPPE LAMI)