Blood & Honour, il tifo di cui Belardinelli faceva parte e che si ispira alle SS

Il segreto di Pulcinella, che tutti sembrano scoprire in queste ore, sono i rapporti molto stretti tra l’ultradestra e il tifo organizzato. Ci si stupisce parlando di formazioni neonaziste che entrano in curva, sotto le false insegne dei colori di una squadra, qualsiasi essa sia. Si parla anche dei Blood and Honour di Varese, la frangia di tifo violento di cui Daniele Belardinelli faceva parte. Lui, tifoso dell’Inter e del Varese, è stato la vittima degli scontri prima della partita di Serie A tra Inter e Napoli.

Blood and Honour, cos’è

Blood and Honour, proprio così, come il vecchio motto delle SS. Sangue e onore per richiamare alla memoria un passato che sembrava sepolto e che, invece, rivive ogni domenica allo stadio. Il motto, ovviamente, è stato mediato dall’esperienza dei primi naziskin dell’Inghilterra degli anni ’70, che raccoglieva esperienze di tipo musicale ed esperienze di tipo editoriale.

L’infiltrazione in Italia passa attraverso i ragazzi del Veneto Fronte skinheads, poi la ragnatela si è allargata, entrando persino – alla fine – nelle curve degli stadi. Proprio lì, da dove partono gli ululati razzisti, nel bel mezzo di uno scontro tra bande armate, in pieno centro cittadino prima di una trasferta. Attualmente, il Blood and Honour – che da fanzine era diventato un vero e proprio movimento politico di estrema destra – può contare su circa venti realtà direttamente collegabili ai suoi ideali.

Le differenze tra i Blood and Honour politici e gli ultras

Ovviamente, ci sono differenze tra il movimento politico dei Blood and Honour e quello degli ultras di Varese. Ma l’ispirazione resta. Daniele Belardinelli era uno dei capi della curva varesotta, ma la pagina degli ultras non gli ha dedicato un messaggio di saluto. Una dinamica piuttosto sospetta, come a volersi dissociare dall’azione in cui è rimasto coinvolto.

Il gruppo dei Blood and Honour di Varese si è contraddistinto in passato per scontri che riguardavano la città o la gemellata tifoseria dell’Inter, quella che faceva capo alle teste rasate. Lo stesso Belardinelli – che dal padre con cui non aveva rapporti molto stretti è stato definito «una persona che allo stadio si sfogava» – aveva ricevuto ben due Daspo. C’è anche un precedente per razzismo, nei confronti di un calciatore del Varese Osarimen Ebagua, contestato pesantemente nel 2012.

La realtà varesotta è simile a tante altre in Italia. La rinascita dell’ultradestra è passata anche da qui. E, visti i continui episodi di cui si continua a parlare, il timore è che non si arresterà così facilmente.

[FOTO: dalla pagina Facebook di Blood and Honour Varese]

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