«Il blocco di TikTok? È un ostacolo all’ingresso, facilmente aggirabile. Come per gli altri social»

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Abbiamo intervistato Vincenzo Cosenza, CMO di Buzzoole, società che supporta e aiuta le aziende a gestire le attività di Influencer Marketing

Da oggi, giovedì 4 febbraio, TikTok inizierà a fornire – attraverso la propria applicazione – tutte le indicazioni ai suoi iscritti per evitare il blocco del proprio account. La decisione – in collaborazione con il Garante per la Privacy – è arrivata dopo un accordo per un maggiore controllo sull’età degli iscritti al social, molto in voga tra i giovani. Dal 9 febbraio, infatti, chi non ha certificato la propria età non potrà più accedere alla piattaforma. Questa l’azione decisa di blocco TikTok under 13. Ma quali effetti avrà questa mossa (in linea con le condizioni di utilizzo) su chi lavora e fattura attraverso questa piattaforma?



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Per approfondire al meglio questa vicenda – e gli effetti della decisione del blocco TikTok under 13 presa dalla piattaforma dopo la richiesta di un maggiore controllo arrivata dall’Autorità Garante per la protezione dei dati personali il 22 gennaio scorso – abbiamo parlato con Vincenzo Cosenza, Chief Marketing Officer (CMO) di Buzzoole, società che aiuta le aziende a gestire le attività di Influencer Marketing fornendo tecnologia e supporto strategico.



Il blocco di TikTok in Italia a partire dal 9 febbraio si agita come uno spettro su tutti quei creator che lavorano su questo social network: che tipo di impatto ci sarà sul settore?
Non credo ci saranno impatti rilevanti perché gli influencer che collaborano con le aziende, nella stragrande maggioranza dei casi, hanno più di 13 anni. Oggi le aziende cercano creator affidabili, creativi e professionali, che siano in linea con la “brand identity”, non semplici ripetitori di un messaggio.

Buzzoole monitora da sempre questo tipo di mondo, si registra preoccupazione per questo stop che – a livello di tempistiche – non è ancora stato quantificato?
Al momento non registriamo forme di preoccupazione, forse perché più che di un “ban” si tratta di una sorta di ostacolo all’ingresso, facilmente aggirabile perché basato su un’autodichiarazione. Lo abbiamo visto succedere con tutti i social media, i ragazzi che sono determinati ad entrare, non hanno problemi a dichiarare un’età non esatta.



Blocco TikTok under 13, le parole di Vincenzo Cosenza

Qualche settimana fa abbiamo assistito al #nostreamday che ha riguardato Twitch, ci sarà una forma di protesta analoga in questi giorni, in base al suo punto di vista, su TikTok?
Non credo, chi protestava su Twitch chiedeva regole più chiare e meno arbitrarie contro eventuali “abusi” da parte della piattaforma, anche perché un ban su Twitch incide immediatamente sul reddito dei Creator, dato che esistono forme di monetizzazione diretta come le donazioni. La regola di Tiktok non è neanche nuova e non penso verrà vista come ingiusta. Inoltre a che serve protestare quando si può facilmente aggirare?

Come si risolve il problema dell’accesso dei minori di 13 anni sulla piattaforma? Era davvero necessaria questa misura o c’erano altri provvedimenti che si sarebbero potuti prendere d’accordo con il Garante della privacy?
Il tema è complesso e deve essere affrontato collegialmente dagli enti regolatori e dalle piattaforme. Non vedo ancora una soluzione puramente tecnologica che permetta di bilanciare la tutela della privacy con il controllo dell’età.  La questione vera, a mio avviso, è l’educazione alla comprensione degli strumenti digitali, che vuol dire comprenderne le dinamiche sociali e personali prima che le funzioni.  Un percorso di consapevolezza che deve coinvolgere sia la scuola che la famiglia.