Big Tech, India e i possibili problemi di indipendenza del futuro panel governativo
Alcuni gruppi di lobby sono preoccupati che il panel governativo per gli appelli contro le decisioni di moderazione dei contenuti possa mancare di indipendenza
20/07/2022 di Clarissa Cancelli
I gruppi di pressione statunitensi hanno messo in dubbio l’indipendenza del panel di appello sui contenuti dell’India. Questi gruppi di lobby, che rappresentano Facebook e Twitter, sono preoccupati che il piano dell’India di formare un panel governativo per ascoltare gli appelli contro le decisioni di moderazione dei contenuti possa mancare di indipendenza. A riportarlo è Reuters.
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Messa in dubbio l’indipendenza del panel di appello sui contenuti dell’India
Il cambiamento di politica proposto rappresenterebbe l’ennesimo punto critico tra l’India e le Big Tech che da anni affermano che le normative, sempre più severe, stanno danneggiando i loro piani aziendali e di investimento. La proposta di giugno impone alle società di social media di conformarsi a un comitato governativo di nuova costituzione che deciderà sui reclami degli utenti contro le decisioni di moderazione dei contenuti. Il governo non ha specificato da chi sarà costituito tale panel. «In assenza di rappresentanza dell’industria e della società civile, tali GAC possono comportare un’eccessiva regolamentazione da parte del governo». USIBC e USISPF, che rappresentano le principali società tecnologiche come Facebook (META.O), Twitter (TWTR.N) e Google di Alphabet Inc (GOOGL.O), società che spesso ricevono richieste di rimozione da parte del governo o eseguono la revisione dei contenuti, hanno manifestato la loro preoccupazione. Un alto funzionario indiano ha detto a Reuters che il governo sarebbe disposto a non dotarsi di un panel di appello, solo nel caso in cui le aziende formassero il proprio sistema di autoregolamentazione in modo “abbastanza neutrale” per affrontare i problemi degli utenti. «Se non accettano, dovrà farlo il governo. Il panel opererà in modo indipendente», ha affermato il funzionario. Il governo indiano ha dichiarato di essere stato costretto ad annunciare le nuove regole nel tentativo di stabilire «nuovi standard di responsabilità» per i giganti dei social media. Le proposte invitano le aziende a «rispettare i diritti garantiti agli utenti dalla Costituzione indiana», dato le aziende stesse hanno già «agito in violazione» di tali diritti. Senza, però, specificare di quali diritti si stia parlando Sia l’USIBC che l’USISPF hanno affermato, nei loro documenti, di ritenere che i diritti fondamentali in India non possano essere applicati in questo modo.