Bernie Sanders, in realtà, ha avuto un grosso problema in New Hampshire

Per chi non è espertissimo di geografia americana, facciamo presente che il New Hampshire è uno stato che confina con il Vermont. E che Bernie Sanders, l’uomo che viene celebrato sin dalle prime ore di questa mattina come il trionfatore della tornata di primerie nello stato del nord, è stato eletto senatore proprio in Vermont. Dunque, per prossimità territoriale, si può dire che giocasse in casa. Altro elemento fondamentale. Nelle ultime elezioni, quando la contesa era con Hillary Clinton, Bernie Sanders aveva ottenuto il 65% nello Stato americano. Questa volta, invece, soltanto il 25%.

Il risultato di Bernie Sanders in New Hampshire

Siamo proprio sicuri, dunque, che Bernie Sanders abbia vinto il New Hampshire? Il candidato progressista, certo, questa volta doveva confrontarsi con più candidati. Il suo fronte, quello più a sinistra dei dem, è condiviso anche con Elizabeth Warren. Al centro, invece, c’è un intenso affollamento che va da Pete Buttigieg, che passa per Joe Biden e che arriva a Amy Klobuchar. Di conseguenza, i 24 delegati del New Hampshire sono stati equamente divisi tra Sanders e Buttigieg: i due ne avrebbero 9 ciascuno, mentre la Klobuchar avrebbe ottenuto 6 delegati.

Il peso specifico del New Hampshire, come si può evincere, è piuttosto esiguo. Anche per questo motivo, l’affermazione di Sanders quattro anni fa non produsse effetti particolari. Quest’anno, però, ha dato un indizio. E cioè che la sua corsa potrebbe essere addirittura più complessa di quattro anni fa, quando Hillary Clinton sembrava essere la candidata designata e Bernie Sanders, nel ruolo dell’outsider, riuscì a ottenere un risultato significativo in virtù della sua presentazione come rappresentante di quella schiera di cittadini che cercava di sovvertire il sistema costituito.

Un’altra indicazione può essere data dalle rinunce che prima o poi ci saranno nell’ampia frammentazione delle primarie democratiche, man mano che si andrà avanti. Bernie Sanders potrebbe beneficiare soltanto della rinuncia di Elizabeth Warren, che in qualche modo va a sovrapporsi al suo elettorato. Al momento, il candidato centrista più accreditato è Pete Buttigieg, che ha superato di gran lunga Joe Biden. Il passo indietro del vicepresidente di Barack Obama potrebbe alla fine portare l’acqua al mulino di Major Pete. Entrambi gli schieramenti, tuttavia, dovranno fare i conti con la scheggia impazzita Mike Bloomberg che entrerà nella contesa democratica più avanti. L’incertezza è l’unico punto fermo di queste primarie democratiche.

La proiezione dell’elettorato di Bernie Sanders

Anche perché, al momento, le intenzioni di voto dell’elettorato non sono chiaramente definite. Gli unici che sembrano aver chiaro per chi votare sono gli elettori di Bernie Sanders, suoi sostenitori già da tempo. I voti raccolti dalla Warren e da Buttigieg, invece, sono quelli degli elettori ‘last minute’, che hanno deciso di votare soltanto in prossimità della tornata delle primarie. Altra brutta notizia per Bernie Sanders è quella del numero molto ampio di elettori che avrebbe votato per Pete Buttigieg per scegliere un candidato che possa realmente battere Donald Trump alle ultime elezioni (magari raccogliendo anche l’ala più progressista dell’elettorato repubblicano) e non per i suoi programmi. La corsa di Sanders potrebbe essere l’ennesima battaglia contro il mulini a vento.

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