Berlusconi rimprovera Salvini: «Non censuri Fazio e stia più al Viminale»

14/05/2019 di Enzo Boldi

In molti ricorderanno l’editto bulgaro di Silvio Berlusconi nei confronti di Enzo Biagi, Michele Santoro e Daniele Luttazzi. I tre, nel 2002, lavoravano – con ruoli diversi – all’interno dell Rai e l’allora presidente del Consiglio furono attaccati perché «facevano un uso criminoso del servizio pubblico». Una sorta di epurazione che avvenne nei mesi successivi. Ora, però, 17 anni dopo, il capo di Forza Italia sale sul pulpito per dare una tirata d’orecchie a Matteo Salvini sulla gestione delle polemiche con il conduttore di Che tempo che fa, Fabio Fazio.

«Non credo si debbano fare censure, non credo che Salvini voglia cacciarlo e non credo si debbano togliere tre puntate a Fazio: se lo avessi fatto io sarebbe successo l’inferno – ha detto Silvio Berlusconi ospite di Myrta Merlino a L’Aria che Tira, su La7 -. Non vanno tolte le puntate a Fazio perché c’è un contratto e i contratti si rispettano». E alla domanda se avesse mai pensato di portare il conduttore a Mediaset, il presidente di Forza Italia ha risposto: «Non vedo la difficoltà anche se devo considerare il fatto che gli ascolti non sono esaltanti nonostante sia sulla prima rete».

Silvio Berlusconi invita Salvini a esser più presente al Viminale

Il caso Fazio non è l’unico rimprovero a Matteo Salvini. Nel mirino, infatti, ci sono anche le sue presenza, anzi assenze, al Viminale perché sempre impegnato in attività elettorali, comizi ed eventi che vivono al di fuori delle mura del Ministero di cui è il capo. «Ha fatto circa 300 comizi – ha sottolineato Silvio Berlusconi -. Consiglierei a Salvini di stare un po’ di più al Ministero dell’Interno, visto che il ministro dell’Interno, e io l’ho fatto per qualche mese, deve parlare con tutti i prefetti italiani». Prima di ricordare che «Salvini con Forza Italia vince, senza di noi perde».

I 5 Stelle e la legge sul conflitto d’interessi

Un altro tema caldo degli ultimi giorni è la proposta di legge sul conflitto di interessi presentata dal Movimento 5 Stelle che sta provando a convincere la Lega a un accordo per portarla in Parlamento. Un provvedimento che chiamerebbe in causa proprio l’ex Cavaliere: «Il conflitto di interessi non solo è ridicolo ma incostituzionale. La Costituzione garantisce la parità dei diritti e dei doveri a tutti i cittadini distinguendo secondo il censo se uno possa fare politica o no. È contro la nostra costituzione. Io non sono preoccupato dei tre progetti di legge che spiegano come i 5 stelle sappiano della loro incapacità e vogliono eliminare chi è più in alto di loro per esperienza, capacità, cultura e preparazione. La Consulta eliminerà questo pericolo».

(foto di copertina da diretta tv de L’aria che Tira, La7)

Share this article