Berlusconi, da «asintomatico» a «ricoverarlo anche solo dieci ore dopo sarebbe stato tardi»

La valutazione di Zangrillo è diametralmente opposta a una settimana dal ricovero

11/09/2020 di Ilaria Roncone

Sette giorni. Tanto è passato dal giorno del ricovero di Silvio Berlusconi al San Raffaele a causa del coronavirus, esattamente due giorno dopo aver ottenuto un tampone positivo – il 2 settembre -. All’inizio il medico del Cavaliere, Zangrillo, aveva parlato di una malattia asintomatica. Le ultime dichiarazioni del medico vanno, invece, nella direzione opposta arrivando a parlare di un Berlusconi morto Covid:  «La carica virale del tampone di Berlusconi era talmente elevata che mesi fa il Covid lo avrebbe ucciso», dice Zangrillo.

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«Dieci ore dopo poteva essere troppo tardi»

Sarà stato per non destare clamore mediatico o forse per via della posizione che ormai Zangrillo aveva assunto sul Covid – che aveva definito clinicamente morto – ma una settimana dopo le parole del medico sono molto, molto diverse in merito alla situazione di Berlusconi. Adesso, secondo Zangrillo, «la carica virale del tampone nasofaringeo era talmente elevata che a marzo-aprile, sicuramente non avrebbe avuto l’esito che fortunatamente ha ora. Lo avrebbe ucciso? Assolutamente sì, molto probabilmente sì, e lui lo sa». Ci tiene anche a sottolineare che non si sta esagerando, parlando della polmonite bilaterale che il Covid ha causato a Berlusconi a Piazza Pulita su La 7: «E non è una boutade per esagerare visto il personaggio di cui si parla, ma è un cercare di rimanere aderenti alla realtà».

Berlusconi morto Covid: «Fondamentale capire che doveva entrare in ospedale»

A salvare Berlusconi, a detta di Zangrillo, è stato il fatto di capire in tempo che sarebbe dovuto entrare in ospedale. «La cosa fondamentale dell’intervento su Berlusconi – ha detto il medico – non è stata tanto la terapia seguita una volta entrato in ospedale, ma è stato capire che doveva andare in ospedale e che doveva andarci in quella fase». Il Cavaliere ha una serie di patologie pregresse che avrebbero facilmente potuto concorrere nell’aggravare la situazione: «Dieci ore dopo poteva essere troppo tardi, perché lui è un paziente a rischio per i motivi che si sanno».

Berlusconi e Briatore stanno bene

Parla anche di Flavio Briatore, Zangrillo, dicendo che entrambi «sono in situazioni più che soddisfacenti, stanno bene. Per loro credo che l’epilogo di questa malattia sia vicino». Ieri Zangrillo ha parlato di «risposta ottimale» alle terapie del leader di Forza Italia, che nei giorni scorsi ha sottolineato che si tratta di una malattia «infernale, un virus terrificante che non auguro a nessuno, state attenti a tutto, portate sempre la mascherina e siate riservati». Zangrillo dopo il caso di Berlusconi sul Covid dice cose diverse: «Non bisogna generalizzare sulle terapie, o che l’atteggiamento più tempestivo con determinati farmaci cambi l’esito finale. È semplicemente un altro concetto quello importante. Sono fondamentali l’osservazione e la tempestività. Se i team multidisciplinari di tutti gli ospedali italiani capiscono che nell’interazione fra il virus e il soggetto colpito succede qualcosa di diverso, non significa dire che il virus non c’è più ma che si sta manifestando in forma differente».

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