Beppe Grillo non crede alla manifestazione di Milano: «Il razzismo è un falso problema»

Quando Beppe Grillo disse che non credeva ai cambiamenti climatici e agli altri distrutti dal maltempo nel Nord Italia, l’ha fatto da un palco mentre teneva uno show. Il rischio satira era quindi palpabile. Stavolta però scrive dal suo blog personale per commentare la manifestazione di sabato 2 marzo «People, prima le persone». 250mila persone si sono riunite a Milano per combattere il razzismo, ma secondo Beppe si tratta di un’Italia «divisa sul nulla», perché il razzismo altro non è che un «falso problema».

Beppe Grillo: «Non c’è nessun razzismo, è solo una cosa mediatica»

Secondo Beppe Grillo più che contro il razzismo – «esclusivamente mediatico» scrive – si sarebbe dovuto manifestare contro l’«egoismo sociale». Che cosa intenda lo spiega dopo poche righe: «la mafiosità, i favori e le caste… ma stiamo soltanto sognando». L’Italia quindi preferisce spaccarsi sul nulla, come lo definisce Grillo. Un nulla che ieri gridava si all’accoglienza, no ai porti chiusi, no alla discirminazione e si all’integrazione. Una marcia che persino Matteo Salvini ha detto di rispettare perché «ogni manifestazione pacifica, democratica e tranquilla è la benvenuta» anche se il leader ha ribadito che «non cambio idea e vado avanti». Secondo Beppe Grillo invece, il Paese che ha marciato ieri, che Sala ha definito «un’altra Italia», rifiuta di «confrontarsi con i suoi fantasmi» perché «chiunque abbia un minimo di buon senso non vede alcun razzismo».

«Razzismo? terreno di coltura ideale per i frou frou piddini e berlusconiani»

Sarebbe un falso problema, continua nel suo post Beppe Grillo: l’Italia «piuttosto che decidere di sostenere i suoi milioni di poveri preferisce disquisire di miliardi per bucare una montagna ed altre questioni che non esistono». Non solo, il nostro paese «piuttosto che cacciare i mafiosi della politica offre a quella stessa vecchia politica alibi per rifarsi l’ennesimo lifting» Questo sarebbe l’egoismo sociale da combattere, per cui scendere in piazza, secondo Beppe che sottolinea come il razzismo sia «Terreno di coltura ideale per i frou frou piddini e berlusconiani: cabaret invece che lotta». Concludendo il post, si rivolge ancora una volta al suo nemico preferito, il PD che «Persi nelle nebbie delle primarie si ritrovano nel “vuoto nulla impannocchiato in fronzoli”».

Beppe Grillo contro la piazza, ma non era partito proprio da lì?

Il problema è evidente: Beppe Grillo stavolta è contro la piazza. La stessa piazza che però lo applaudiva ai vaffa day e che lo ha sostenuto nell’inizio di un’esperienza politica che è oggettivamente arrivato nei palazzi del potere, come volevano fin dall’inizio. Come sia andata una volta giunti alla legittimazione politica, riguarda il mondo delle opinioni e del credo politico. A ricordare a Beppe Grillo di non sputare sul piatto in cui ha mangiato, è il sindaco di Milano Giuseppe Sala. Su Facebook il sindaco scrive: «Da Beppe a Beppe. tu che hai fatto capire a tanti cos’è la partecipazione, dovresti sapere che quando centinaia di migliaia di persone vanno in piazza per farsi ascoltare vanno rispettate». Sala scrive su Facebook, per usare proprio il mondo della rete che tanto piaceva a Grillo: «Forse non ti piace quello che hai visto perché la gente di Milano non ha detto nessun vaffa?». Nel post Sala continua chiedendo a Grillo di «d approfondire il senso di ieri» perché «liquidare la marcia come una manifestazione contro il razzismo è limitativo. Lì c’era molto di più.»

Da Beppe a Beppe. Caro Grillo, tu che hai fatto capire a tanti cos’è la partecipazione, dovresti sapere che quando…

Gepostet von Beppe Sala am Sonntag, 3. März 2019

(Credits immagine di copertina: ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO)

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