Beppe Grillo difende Di Maio: «La sconfitta è colpa delle lobby»
29/05/2019 di Francesco Collina
Alla fine è intervenuto anche Beppe Grillo. Dopo le esternazioni di Paragone, la conferenza stampa di Luigi di Maio e i numerosi commenti sui social legati al Movimento è arrivato il turno del cofondatore. Così, oggi, a tre giorni dalle Elezioni Europee, Beppe Grillo ha difeso a spada tratta il vicepremier Luigi di Maio, accusato da più fronti, di essere lui il vero responsabile della debalce elettorale.
Beppe Grillo, le dichiarazioni sulla sconfitta M5S alle Europee
«La diffusione di dichiarazioni che discutono della delusione scaturita dalle urne, come se fosse un calo delle vendite per una multinazionale – ha commentato Grillo – è un ferita per me. Luigi non ha commesso un reato, non è esposto in uno scandalo di nessun genere. E’ già eccessiva questa giostra di revisione della fiducia. Deve continuare la battaglia che stava combattendo prima».
Una netta difesa, quindi, nei confronti di Luigi di Maio colpevole, secondo Beppe Grillo, solo di aver perso il duello comunicativo contro Matteo Salvini. Il leader del Carroccio, presentandosi come difensore di inesistenti minacce, è riuscito ad ottenere più voti rispetto al Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico che, occupandosi di cambiare l’Italia, non si è perso dietro ad elaborate strategie di campagna elettorale: «Può sembrare incredibile che una persona, che ha cercato in tutti i modi possibili di portare a casa risultati nel mondo reale, perda strada rispetto ad un personaggio unicamente virtuale, ma è quello che è successo».
Beppe Grillo non ha la volontà di cambiare leader
Nessuna critica, nessuna marcia indietro, nessuna volontà di cambiare “leader”. La colpa della disfatta elettorale non è nell’azione di governo – ritenuta inadeguata da parte dell’elettorato grillino – quanto nella onnipresente lobby dei poteri forti che, non si capisce bene come, avrebbe impedito una nuova vittoria di Luigi di Maio.
«Abbiamo fatto la prima legge vera contro i corrotti ed i corruttori, credo che stiamo pagando questo. Si fingono sommelier di questioni economico/finanziarie ma è semplicemente il colpo di coda di quella parte marcia del paese che crede di nascere assolta per diritto ereditario.» Così, ancora una volta, non viene fatta alcuna critica politica all’azione di governo del movimento e, come da tradizione, i problemi derivano dai soliti noti arcinemici: multinazionali, lobby e corrotti. Il PD, ma solo per questa volta, non pare avere colpe.