Ma che fine ha fatto Beppe Grillo?

L’11 febbraio 2018, tra i tanti scandali e le tante uscite a vuoto del Movimento 5 Stelle, si è consumato il passaggio più doloroso per i fedelissimi delle origini. La mancata restituzione dei rimborsi elettorali da parte dei parlamentari pentastellati ha rappresentato un vero e proprio colpo al cuore per chi ha creduto nel sogno di Beppe Grillo. Eppure, lui, l’ormai (di fatto) ex garante M5S, quel giorno è rimasto in silenzio. Né invettive, né arringhe difensive. Solo l’assordante rumore del nulla.

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BEPPE GRILLO, LA SEMANTICA DEL NUOVO BLOG

Due giorni dopo, direttamente dal suo rinnovato blog, scrive qualche riga. I toni sono a metà tra l’amareggiato e il tristemente consapevole. La semantica del post (intitolato Sindrome compulsiva di donazione retroattiva) è eloquente: l’espressione «Movimento 5 Stelle» non compare. Stando alle regole base del SEO (un linguaggio che Beppe Grillo ha conosciuto molto bene), quel post non sarà nemmeno indicizzato con quella chiave di ricerca.

Del resto, come potrebbe esserlo se, in questo blog totalmente rinnovato, non esiste più nemmeno una categoria «Movimento 5 Stelle»? Grillo ha segnato definitivamente il passo rispetto a quei «ragazzi straordinari» di cui, soltanto 5 anni fa, tesseva le lodi. Certo, il clima era diverso: all’epoca esisteva ancora Gianroberto Casaleggio, il socio di sempre, il vero e proprio guru di un progetto a cui Grillo aveva dato vita e che si era finalmente concretizzato nelle urne delle elezioni politiche del 2013. La comunità del Movimento 5 Stelle esisteva, al di là della scheda elettorale. Era quella del blog, quella degli spettacoli di Grillo nei teatri. Ora, Gianroberto è stato sostituito dal figlio Davide (con cui Grillo non ha mai avuto feeling, usando un modo di dire gentile) e quella comunità non esiste più.

MARCO CANESTRARI: «BEPPE GRILLO HA RINUNCIATO ALLA COMUNITÀ DEL MOVIMENTO 5 STELLE»

«Lo si capisce dalla nuova struttura del blog – spiega Marco Canestrari, autore insieme a Nicola Biondo di Supernova, il primo saggio di critica al Movimento 5 Stelle -: la cosa che si nota immediatamente è l’assenza dei commenti: da questo si evince che Beppe Grillo non è più minimamente interessato alla costruzione di una nuova comunità all’interno del blog. Probabilmente perché è rimasto deluso da quella vecchia». Il blog non è più gestito dalla Casaleggio Associati, ma da una società di web developers di Roma. Lo switch del sito si è verificato all’inizio del mese di gennaio, a meno di sessanta giorni dalle elezioni politiche.

«Che urgenza c’era – sostiene Canestrari – se non quella di lanciare un forte messaggio in vista della tornata elettorale? Si tratta di una mossa politica studiata. Grillo non si riconosce più in questo Movimento i cui sostenitori non fanno più parte di quella comunità che lui aveva creato e che, ormai, sono rappresentati dai fan delle pagine Facebook dei parlamentari del Movimento».

Insomma, una sorta di resa dei conti. Grillo si è prestato al cabaret della presentazione del simbolo insieme a Casaleggio jr e a Luigi Di Maio (con tanto di auto promozionale parcheggiata in divieto di sosta) e poi si è nascosto. Nei teatri, ad esempio: il 26 e il 27 gennaio è stato a Mestre e a Cesena con il suo Fake (che, apparentemente, ha avuto un buon successo di pubblico); il 7 febbraio è espatriato in Svizzera per lanciare il suo live e tra qualche giorno (il 23 e il 24 febbraio) sarà al teatro Flaiano di Roma per Insomnia. Oppure, si è nascosto dietro alla tastiera di un computer a scrivere (sempre per il suo nuovo blog) di tematiche da «grillismo della prima ora» come inquinamento ambientale, benefici del sonno, sharing mobility, urbanistica d’avanguardia.

«L’uno vale uno – sostiene Canestrari – è finito con la creazione del direttorio del Movimento 5 Stelle. Io lo dico da due anni, Ivan Della Valle (uno dei parlamentari beccati nel polverone rimborsi) se ne è accorto ora. Grillo, da garante delle regole del Movimento, ha fallito. Ora si comporta in maniera politicamente vigliacca, abbandonando i 5 Stelle alla vigilia delle elezioni».

BEPPE GRILLO NON FONDERÀ UN NUOVO MOVIMENTO

Per capire che aria tira a Genova e dintorni, bisogna però dirottare lo sguardo altrove. A Bruxelles, ad esempio, dove David Borrelli (uno dei fedelissimi di Grillo) ha appena abbandonato il gruppo del Movimento 5 Stelle. In altre occasioni, la sua sarebbe stata una storia di sanzioni penali interne molto salate e di attacchi sui social network da parte degli attivisti. Invece, dai vertici del M5S non c’è stata una reazione: Borrelli, socio della piattaforma Rousseau, evidentemente aveva in serbo delle cartucce da sparare che sono state etichettate come scomode da Casaleggio e Di Maio. Meglio far passare il tutto in sordina.

Anche perché Borrelli resta attaccato alle impronte lasciate da Grillo, sempre più soggette all’onda lunga dei nuovi del Movimento: «Se Di Maio supererà il 25% e si avvicinerà al 30% alle prossime elezioni – conclude Canestrari – allora il partito sarà suo. Ma se dovesse fallire questo obiettivo, l’ala che fa capo a Grillo potrebbe avere un sussulto». In ogni caso, il comico genovese osserverà il tutto da lontano, intervenendo con il contagocce negli affari del Movimento. Che non ha intenzione di rifondare (le voci sulla possibilità di aprire una nuova piattaforma di confronto non sembrano avere riscontri) e per il quale non ha intenzione di spendersi. Più comodo stare a guardare. Magari dalla postazione privilegiata di un palcoscenico di teatro.

(FOTO: ANSA/ANGELO CARCONI)

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