L’attacco di Salvini: «Lacrime di Bellanova come quelle della Fornero»

Diciamolo subito. Anche questa cosa delle lacrime diventa l’ennesima occasione per un attacco alle donne. Perché il confronto, che è stato fatto da diversi ambienti legati alle opposizioni che non condividono il decreto rilancio presentato ieri dal governo, è stato fatto soltanto tra Bellanova-Fornero. Due ministre, due presentazioni di un decreto tra le lacrime. Lo ha fatto Matteo Salvini, ad esempio, istituendo subito un parallelismo tra le due figure. Poi vedremo perché è scorretto mettere a confronto le due situazioni. Prima occorre precisare che le lacrime, in politica, sono state versate anche dagli uomini. Si pensi al ministro dell’Istruzione Tullio De Mauro che pianse amaramente perché la sua riforma della scuola e dell’università non era stata capita. Si pensi addirittura a Silvio Berlusconi che pianse in aula nel 2013 dopo un tormentatissimo voto di fiducia al governo di Enrico Letta.

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Bellanova-Fornero e il confronto fatto da Salvini

Insomma, le lacrime non sono – come una certa narrazione vorrebbe far passare – una questione di donne. A meno che non si voglia dar retta a tutti gli stereotipi sul tema che conosciamo.

Bellanova-Fornero, perché le lacrime sono diverse

Matteo Salvini ha chiamato Teresa Bellanova ‘Fornero 2’. Ma i contesti sono profondamente diversi. Sebbene arrivate in due momenti molto complessi per la vita del Paese (Elsa Fornero varò una riforma delle pensioni lacrime e sangue che impose sacrifici economici agli italiani vista la crisi che il Paese stava attraversando), le lacrime hanno un tenore diverso. Elsa Fornero stava imponendo una sorta di privazione agli italiani, negando la pensione alle persone che erano arrivate alla soglia dell’assegno e che si videro spostare in avanti nel tempo i criteri per ottenerlo. Teresa Bellanova, invece, ha pianto per un suo successo politico, ovvero quello di offrire una maggiore possibilità di regolarizzazione ai migranti che lavorano nei campi come braccianti agricoli. Sono due sentiment opposti: il primo negativo, il secondo positivo.

Ma l’analisi superficiale di cui si condisce la politica e il gossip politico negli ultimi tempi ha portato immediatamente a un parallelismo. Partito da Matteo Salvini, si è facilmente allargato a tutta la platea sovranista dei suoi elettori che stanno già provvedendo a rendere virale il confronto con meme e slogan ad hoc.

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