Il figlio di Torregiani: «Non bisogna trasformare Battisti in un orco»
14/01/2019 di Enzo Boldi
Cesare Battisti è sceso dall’aereo Falcon 900 che lo ha portato dalla Bolivia all’aeroporto di Ciampino (Roma) con uno sguardo fiero e con la testa alta. E senza manette. Un fatto che, soprattutto su internet, ha creato una forte indignazione. In molti, ma non i tutti. Tra i tanti che non hanno voluto cavalcare le polemiche c’è Alberto Torregiani, figlio di Pierluigi, il figlio del gioielliere ucciso da Battisti durante una rapina il 16 febbraio 1979. Durante quel crimine, Alberto – allora 15enne – ha perso il padre ed è rimasto gravemente ferito per una pallottola che lo ha colpito alla colonna vertebrale, lasciandolo sulla sedie a rotelle per il resto della sua vita. Ma ora, con l’arresto del terrorista dei Pac, giustizia è fatta e quel capitolo si può chiudere. Almeno dal punto di vista della legge.
«Non trasformiamolo in un orco – ha detto all’AdnKronos Alberto Torregiani poche ore dopo l’arrivo di Battisti a Ciampino -. Ho sentito che qualcuno si è lamentato che non scendesse dall’aereo in manette. Arriva in un aeroporto militare come Ciampino, circondato da 12 persone, vogliamo mettergli anche le catene ai piedi? Mi sembra esagerato». La giustizia non è fatta di manette da mostrare in mondovisione. Questo è il pensiero del figlio di una delle vittime – ed egli stesso vittima – di uno dei crimini perpetrati dal terrorista italiano.
Torregiani: «Non trasformare Battisti in un orco»
Dopo esser atterrato, Cesare Battisti è stato trasferito nella Questura di Roma per le foto segnaletiche, prima di ripartire in direzione Oristano, sede del carcere dove sconterà la sua pena all’ergastolo. Inizialmente la struttura penitenziaria indicata era quella romana di Rebibbia, ma poi la sede è stata cambiata e comunicata dal ministro della giustizia Alfonso Bonafede.
«Ora c’è la certezza che si può avere giustizia»
Ma cambia poco, almeno per i familiari delle vittime che ha lasciato Battisti dietro di sé. Ora, dopo anni di latitanza in giro per il mondo, il terrorista si prepara a scontare la sua pena. «Mi aspetto che venga trattato con tutti i diritti e il rispetto che deve avere un detenuto – ha proseguito Alberto Torregiani -. Niente benefici ma nessuna ulteriore restrizione rispetto a quelle che la legge prevede. Ora c’è la certezza che sconterà la pena, la certezza che si può avere giustizia».
(foto di copertina: ANSA/DANIEL DAL ZENNARO)