Quelli che danno degli ‘untori’ ai corrieri di Bartolini

Il focolaio Bartolini a Bologna è arrivato a 107 contagi secondo l’ultimo rilevamento. Un bacino importante di contagio per il coronavirus che, però, non può di certo essere attribuito alle persone che, in Bartolini, lavorano da tempo. Eppure, a quanto pare, in tutto il Paese sembra essere diffuso un forte sentimento di sospetto nei confronti della ditta che si occupa di logistica e di delivery in tutta Italia e che, per tutto il lockdown – insieme agli altri corrieri -, ha garantito approvvigionamenti e ha tenuto in vita l’economia grazie agli acquisti online e alla consegna a domicilio.

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Bartolini untori, i cartelli che alcuni lavoratori trovano sui furgoni

Un sacrificio che i corrieri non hanno dimenticato e che è passato per troppe volte sotto silenzio anche nell’opinione pubblica che, invece, ha rivolto ringraziamenti a medici, infermieri, cassieri, addetti alle pulizie. I corrieri arrivavano sempre in fondo alla catena dei riconoscimenti e, adesso, si trovano anche nella condizione di essere bersaglio di episodi di intolleranza.

Sono diverse le segnalazioni – che vengono raccolte dalla pagina Facebook Vita da Corriere – di persone che attaccano indiscriminatamente i lavoratori della Bartolini: su alcuni mezzi, come testimoniato da alcune foto diffuse sui social network, è comparsa la scritta ‘untore‘. Addirittura, in un condominio, è stato esibito un cartello in cui si chiedeva al corriere Bartolini di non consegnare la merce, in seguito alle ultime notizie che arrivavano nel frattempo dal centro di smistamento di Bologna.

Bartolini untori, il post di denuncia degli episodi di intolleranza

«Poi però scoppia un focolaio in un magazzino di Bologna – si legge in un post di denuncia -, ricominci ad avere paura, ma la cosa che più ti lascia ghiacciato è l’indifferenza e la cattiveria di chi, appresa la notizia, ti distrugge con una semplice e unica parola, dimenticando che tu sei tra quelli, mai citati, che hanno continuato a prestare il proprio servizio, portando le mascherine che indossano, i camici ai medici negli ospedali. Poi suona la sveglia, di nuovo: tu abiti a Bologna e torni a casa con il tuo furgone, scendi per iniziare la giornata ma ti si strappa l’anima in mille pezzi, e tutto ciò che hai tenuto dentro, esce in un fiume di rabbia e lacrime. Non esistono insulti e parolacce per classificare un gesto del genere. E io le conosco tutte!!!!!!!!!!!! L umanità ha perso. Sotto ogni punto di vista. E pensare che bastava solo cambiare questa parola abominevole con grazie. E invece…».

Queste immagini dolorose si aggiungono alle dichiarazioni che, nelle ultime ore, sono state rilasciate da alcuni lavoratori della Bartolini, che hanno denunciato episodi di intolleranza verbale nei loro confronti.

(FOTO dalla pagina Facebook Vita da corriere)

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