Barcellona-Celta Vigo: perché bisogna dire no al rigore di seconda di Messi-Suarez
15/02/2016 di Maghdi Abo Abia
Barcellona Celta Vigo Rigore Messi Suarez. Il calcio è ancora uno sport o è ormai un prodotto televisivo? Il rigore di seconda in Barcellona-Celta Vigo a opera di Messi e Suarez è destinato a far parlare di sé per anni e anni. E, a titolo puramente personale, avrei preferito l’avessero sbagliato con una figuraccia in mondovisione.
RIGORE MESSI SUAREZ
Il rigore di seconda di fatto non esiste. Non è che se non è presente nel regolamento allora è lecito. Non esiste per due buoni motivi. Innanzitutto il titolare del rigore deve calciare verso la porta. E Lionel Messi non l’ha fatto. Inoltre l’arbitro non ha considerato che Mario Suarez in realtà era dentro l’area, una violazione palese del regolamento secondo cui
Tutti i calciatori (all’infuori dell’incaricato del tiro) devono posizionarsi:
all’interno del terreno di giuoco al di fuori dell’area di rigore dietro la linea del punto del calcio di rigore ad almeno m. 9,15 dal punto del calcio di rigore
Abbiamo quindi capito che questa roba non poteva essere accettata. Il rigore di seconda di Messi e Suarez poteva anche essere annullato.
RIGORE MESSI SUAREZ
Sarà sprezzo? Si, e non c’è vergogna nello scriverlo. L’ha fatto Crujiff? E allora? Appunto perché l’ha fatto Eric Cantona andate a prendere a calci volanti un tifoso che vi insulta? In un campo di calcio, così come nella vita, esistono regole non scritte di rispetto nei confronti dell’avversario. E questo non significa che, ad esempio, ci si deve limitare a un 3-0 perché l’altro è scarso. No. Il modo migliore per rispettare un avversario è dare sempre il meglio. Correre, attaccare, segnare. Perché una partita può cambiare in un qualsiasi momento e un 1-1 potenziale puo’ diventare un 3-0 in pochi, velenosissimi minuti.
IL RIGORE DI SECONDA
“L’importante non è vincere ma partecipare. Lacosa essenziale non è la vittoria ma la certezza di essersi battuti bene”. Lo diceva Pierre De Coubertin, storico e pedagogista nonché inventore delle Olimpiadi moderne. Non c’è vergogna nella sconfitta specie se ti chiami Celta Vigo contro il Barcellona. L’importante è che tutti e due onorino un impegno, che sia una finale di Champions League o una partita di Copa del Rey. Immaginate di trovarvi in guerra. Avete davanti un esercito meglio attrezzato del vostro. Cosa fate? Alzate bandiera bianca? Accettate di essere irrisi? O combattete con tutte le vostre forze?
IL BARCELLONA DI MESSI E SUAREZ
Il Barcellona con Messi, Suarez e Neymar è oggi la squadra più forte del mondo. Dà spettacolo e diverte il pubblico. Questo secondo molti lettori li autorizza a fare quello che vogliono. Magari correre palleggiando con la testa così come faceva Kerlon “Foqinha”. E puntualmente veniva steso in maniera brutale dal difensore “irriso”. Dove sta la differenza tra il rigore di seconda di Messi e Suarez e le palleggiate di Foqinha? Anche quelli del brasiliano sono gesti “spettacolari” che servono a divertire il pubblico. I primi due sono esaltati, il terzo è bollato come incapace, a giudicare dai commenti. Attenzione, la colpa è anche dei difensori del Celta Vigo. Abc del calcio: il rigore è la massima punizione assegnata a una squadra. Attaccante contro difensore e tutti dietro. Quando il direttore di gara fischia devono stare tutti fermi dietro il limite dell’area fino a quando il calciatore non tocca il pallone. Nello specifico Messi ha si toccato la sfera ma è andata lentissima, più che lenta non si puo’. I difensori prima si sono fatti fregare nello scatto e successivamente non si sono opposti minimamente, anche a livello fisico.
LA STORIA
“Prima però devi prenderli 😉 “. E che ci vuole? Basta fermarli preventivamente. Non si tratta né di cattiveria né di violenza. Vi ricordate Marco Tardelli? Il suo urlo al Bernabeu nel 1982 valse il terzo Mondiale per l’Italia. Sapete cosa diceva di lui l’ex calciatore Jimmy Greaves? “Ha lasciato più cicatrici Tardelli che il reparto di chirurgia dell’Harefield Hospital”. E cosa dire di Giuseppe Bergomi? “sembrava un tipo rifiutato da Cosa Nostra per uso immotivato della forza”, definizione presa dal Times. O Claudio Gentile che nel 1982 portava letteralmente in braccio Diego Maradona. Il Pibe de Oro anni dopo riferendosi all’ex tecnico dell’Under 21 disse “non siamo mica tornati ai tempi dei difensori killer come Gentile”, ottenendo una risposta a dir poco piccata: “Maradona è più un ciarlatano che un allenatore. Lui è stato espulso in quel Mondiale per un calcio nello stomaco ad un giocatore del Brasile. Io, invece, non sono mai stato espulso per gioco violento”.
IL RIGORE DI MESSI E SUAREZ
L’indignazione per il rigore di seconda sta tutta qui. Messi e Suarez si sono permessi di fare quello che hanno fatto perché nessuno gli avrebbe ricordato il rispetto in campo. Oltre che calciatori sono persone di spettacolo, sono personaggi che muovono le folle. Sono i gladiatori del terzo millennio, agevolati dal fatto che non esistono più difensori capaci di dettare la loro legge. Sono liberi e impuniti. Un fallo ai loro danni sui social diventerebbe subito oggetto di violente contestazioni con tanto di minacce di morte da parte dei tifosi al “malcapitato” di turno. Un contrasto o anche una parola di troppo verrebbero viste come lesa maestà. I difensori odierni sembrano patire questa situazione, sembrano intimoriti, si lasciano bucare o irridere senza reagire. Attenzione. Non parliamo di scene da guerriglia urbana come quelle tra Nené e Kharja negli Emirati Arabi. Parliamo più di “risposte”. E torniamo a Leo Messi in un’ideale costruzione “circolare” di una storia. Stagione 2014/2015, Atletico Madrid-Barcellona: Messi dopo un intervento piuttosto rude di Siqueira prima prova a falciarlo poi va a dirgli in faccia cosa pensa di lui. Quindi è un qualcosa di sdoganato, si fa. O meglio. Questo è il calcio. Se superi il sottile limite tra rispetto e irrisione ne paghi le conseguenze. In Barcellona-Celta Vigo con il rigore di seconda di Messi e Suarez è stato superato trasformando in uno show la sconfitta di un avversario. E questo è inaccettabile.