Matteo Salvini pubblica sui suoi social una foto di una bambina senza censura del volto

Matteo Salvini è iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti. Visto che fa parte dell’ordine professionale, dovrebbe ben sapere che è assolutamente contrario a qualsiasi deontologia pubblicare le generalità dei minori e renderli perfettamente riconoscibili, anche in presenza di eventuali autorizzazioni da parte dei genitori o dei tutori, soprattutto se la tematica per la quale il minore è protagonista non rientra in determinate categorie (l’aiuto alle autorità in caso di scomparsa, ad esempio, oppure i particolari meriti acquisiti in virtù di un’azione encomiabile).

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Bambina Salvini, l’immagine pubblicata senza filtri

Oggi, tuttavia, Matteo Salvini non si è fatto alcun problema a pubblicare sui suoi canali social il volto di una bambina che, a Chieti, aveva preparato per lui un disegno inneggiante alla Lega. Per ben due volte ha realizzato due post con l’immagine della piccola: nel primo caso dice di aver pubblicato una foto che gli era stata mandata e che ritraeva la bambina intenta a mostrare il disegno di Salvini realizzato. Nel secondo post, invece, si immortala il momento in cui il leader della Lega si lascia fotografare con la bambina mentre la ringrazia per il disegno realizzato.

La violazione deontologica per la bambina con Salvini

Il tutto, naturalmente, senza alcun filtro, esponendo la bambina di fronte ai suoi 1,2 milioni di followers. Strano che lo abbia fatto, dal momento che – quando si tratta dei suoi figli – Matteo Salvini è di solito attento a non mostrare il volto. Pur usando spesso le parole e le immagini dei propri bambini, il leader della Lega è stato sempre scrupoloso nell’utilizzare immagini in cui non siano riconoscibili.

Non è stata utilizzata, invece, la stessa attenzione con la bambina che, se un domani dovesse pentirsi di quel suo gesto – che al momento le deve essere sembrato poco più che un gioco – sarà sempre accompagnata da quella sua immagine insieme al leader della Lega affidata per sempre ai tentacoli della rete. Non un buon esempio da parte di un politico.

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