Bagnai della Lega dice che il Pd ha una «genetica votazione totalitaria» e che Conte ha fatto come Caligola

Il senatore Alberto Bagnai della Lega ha tenuto un intervento al Senato davanti al presidente del Consiglio Giuseppe Conte che, fino a quel momento, aveva fatto le sue informative all’aula di Palazzo Madama. Quello del parlamentare leghista è un attacco frontale alle forze di maggioranza e all’esecutivo, accusato di aver violato i principi costituzionali con le misure di lockdown e di contenimento sociale decise per far fronte alla pandemia.

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Bagnai e l’intervento in Senato contro Conte e il Pd

«Sono stati violati principi costituzionali – ha detto Bagnai -, almeno nove che elenco: la libertà personale, di circolazione, di riunione, di culto, di espressione del pensiero, di insegnamento, di iniziativa economica, di tutela giurisdizionale e della proprietà privata. Non mi permetto di indicarle quali di questi diritti siano soggetti a riserva di legge e quali a doppia tutela, legale e giurisdizionale».

Secondo Bagnai, dal momento che il diritto alla salute – nel nome del quale il governo ha preso i provvedimenti di lockdown – è previsto nella costituzione all’articolo 32, i padri costituenti hanno pensato che prima di arrivare all’esplicitazione di questi diritto ci fossero altri principi ben più importanti, che riguardano la democrazia. Insomma, il senatore Bagnai non ha accettato che le misure di contenimento contro l’epidemia siano state prese con i dpcm.

Poi, ne ha anche per il Pd: «La pandemia ha dato la possibilità al Partito Democratico di dare sfogo alla sua genetica vocazione totalitaria. Si è passati dalla dittatura del proletariato alla dittatura dello scienziato e in nome della scienza sono stati presi provvedimenti che hanno limitato la nostra libertà personale».

Secondo Bagnai, gli scienziati del Pd parlavano, a inizio febbraio, di malattia non grave e di mascherine inutili. Per questo motivo, stando alle parole del leghista, l’epidemia da coronavirus non è stata altro che un’occasione per l’eversione delle regole della democrazia. E che il parlamento è stato superato dalla terza camera delle task force, con Giuseppe Conte che – in questo caso – si sarebbe comportato come Caligola che aveva attribuito una nomina nella Roma imperiale al suo cavallo, disprezzando le istituzioni dell’epoca.

«Non so se il virus sia il risultato di un esperimento mal riuscito – ha concluso Bagnai -, ma lei, presidente, di certo lo è e per l’igiene di quella democrazia che lei disprezza apertamente è necessario che lei presenti le proprie dimissioni».

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