Avete mai visto una perquisizione via Instagram Stories? Il rapper Baby Gang l’ha mostrata

Ha pubblicato alcuni video nella giornata di ieri, dopo i fatti del video clip con 300 ragazzi girato nella periferia di Milano

17/04/2021 di Gianmichele Laino

La frontiera tra il mondo virtuale e il mondo reale che si assottiglia sempre di più, come in queste stories di Baby Gang. Così, anche la cronaca diventa digital. È successo nelle ore centrali della giornata di ieri, nel corso delle operazioni di accertamento seguite all’assembramento di 300 ragazzi in una zona periferica di Milano, nei pressi dello stadio San Siro: il 10 aprile diversi giovanissimi si sono radunati per girare un videoclip reagendo in maniera violenta e sproporzionata all’arrivo delle forze dell’ordine.

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Baby Gang mostra su Instagram la perquisizione delle Forze dell’ordine

Per questo motivo, almeno 13 persone sono state perquisite su disposizione del Pubblico Ministero, con un mandato firmato dal coordinatore della sezione distrettuale antiterrorismo della procura di Milano. Tra queste anche i rapper Baby Gang e Neima Ezza. Il secondo ha semplicemente annunciato la perquisizione di buon mattino da parte delle forze dell’ordine con una laconica Instagram Stories, mentre è stato proprio Baby Gang a mostrare alcune immagini dell’arrivo dei poliziotti all’interno dell’appartamento, con tanto di dialoghi che sono stati documentati sul social network.

Nel primo video, il rapper ha mostrato il mandato di perquisizione, evidenziando alcuni elementi del documento (quelli che fanno riferimento all’eventuale detenzione di oggetti contundenti e munizioni, ad esempio, o la firma del procuratore antiterrorismo), nel secondo video ha mostrato ai suoi followers un dialogo avvenuto con le forze dell’ordine: «Perché sei andato in televisione nei giorni successivi?» – gli viene chiesto. Baby Gang risponde: «Ho solo detto ai ragazzi di non scappare. La prossima volta gli devo dire andate via?». Nella terza Instagram Stories consecutiva, invece, ostenta una certa sicurezza, mentre gioca alla Play Station e gli agenti alle sue spalle continuano nelle operazioni di perquisizione.

In passato il confine tra vita privata e contesto pubblico era molto netto, soprattutto quando si trattava di episodi di cronaca giudiziaria. L’utilizzo massivo dei mezzi di comunicazione totali – come Instagram o le altre piattaforme che permettono di mostrare video in diretta – ha fatto saltare anche quest’ultimo tabù. Delle Instagram Stories, tra 24 ore, non resterà traccia sui profili di Baby Gang. Ma intanto i suoi 234mila followers hanno avuto modo di vedere come funziona una perquisizione in casa. E, soprattutto, con quale spirito l’ha affrontata il diretto interessato.

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