Come si vota e quale maggioranza serve per l’autorizzazione a procedere contro Salvini

30/07/2020 di Enzo Boldi

Alle 9.30 è iniziata la discussione a Palazzo Madama per decidere sull’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini per il caso Open Arms. Il voto finale sulla risoluzione, che si basa su quanto deciso lo scorso 26 maggio dalla Giunta per le elezioni e per le immunità del Senato (presieduta da Maurizio Gasparri). Ed è qui che, a differenza di quanto accaduto con il caso Gregoretti, arriva una netta differenza. All’epoca, infatti, erano i parlamentari che volevano un processo nei confronti dell’allora ministro dell’Interno a dover avere la maggioranza (assoluta) a Palazzo Madama. Oggi, visto il diniego espresso e approvato in giunta, deve essere il leader della Lega a cercare di ottenere quei 160 voti a favore per evitare di finire davanti ai giudici.

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La questione è molto delicata anche a causa della ricostruzione di alcuni quotidiani che hanno dato una versione errata del regolamento. Ricostruiamo in breve la vicenda: la Giunta per le immunità ha presentato una risoluzione che parla di diniego e non di conferma della proposta base. Cosa vuol dire? In pratica, usando termini semplicistici e poco burocratici, si è deciso che oggi i senatori dovranno votare un testo che parla di ‘non’ autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini. Una differenza sostanziale rispetto al caso Gregoretti, quando la giunta approvò una risoluzione che parlava di autorizzazione a procedere.

Autorizzazione a procedere contro Salvini, cosa dice il regolamento

Ed è qui che le carte si mischiano e si invertono anche i ruoli degli attori protagonisti oggi a Palazzo Madama. Nel caso Gregoretti, infatti, serviva una maggioranza affinché arrivasse un parere positivo nei confronti dell’autorizzazione a procedere contro Salvini. Oggi, invece, serve una maggioranza assoluta per evitare il processo nei confronti del leader della Lega. Lo si evince dal testo del regolamento presente sul sito del Senato:

Se la Giunta abbia proposto la concessione dell’autorizzazione e non siano state formulate proposte intese a negarla, l’Assemblea non procede a votazioni intendendosi senz’altro approvate le conclusioni della Giunta. In caso diverso sono poste in votazione le proposte di diniego dell’autorizzazione che si intendono respinte qualora non conseguano il voto favorevole dalla maggioranza assoluta dei componenti dell’Assemblea.

Cosa cambia e quali sono i numeri

Ora, dopo una spiegazione teorica in base a quel che recita il regolamento, andiamo a sciorinare i numeri. Come spiegato, infatti, Salvini avrebbe bisogno della maggioranza assoluta dei voti in Senato (quindi 160). Per il momento, mentre è in corso il dibattito, il leader della Lega ha in tasta quelli del suo partito (63), di Fratelli d’Italia (17) e e di Forza Italia (56): un totale di 136 parlamentari che voteranno a favore della risoluzione e, quindi, contro l’autorizzazione a procedere. Dall’altra parte troviamo i 95 del Movimento 5 Stelle, i 35 del partito Democratico e i 5 di Leu: per un totale di 135 voti contrari al diniego, quindi a favore dell’autorizzazione a procedere contro Salvini. A questi numeri, nonostante le parole di questa mattina di Davide Faraone, si dovrebbero aggiungere i 18 di Italia Viva. Ma cambierebbe poco, perché, in base al regolamento, la maggioranza di voti ‘sì’ la dovrà ottenere il leader della Lega.

(foto di copertina: da profilo Instagram di Matteo Salvini)

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