Potrebbe non essere necessario preparare una nuova autocertificazione: non ci sarà il nominativo del congiunto da indicare

Nell’autocertificazione che stiamo utilizzando in questi giorni è già prevista la visita di urgenza a un familiare per giustificare l’uscita dalle proprie abitazioni. Per questo motivo, sebbene le visite ai congiunti consentite dall’ultimo dpcm del 26 aprile possano essere giustificate anche in assenza di motivi d’urgenza, potrebbe non essere necessario un nuovo modulo di autocertificazione maggio. Il Viminale starebbe pensando di mantenere il documento attualmente presente sul proprio sito esattamente così com’è. Saranno poi successive linee guida – inserite nelle FAQ dei siti istituzionali o addirittura all’interno della Gazzetta Ufficiale – a precisare le modalità per gli spostamenti.

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Autocertificazione maggio, possibile che valga la precedente

Quello che sembra essere chiaro – e che sta alla base della mancata modifica del modulo di autocertificazione – è che non saranno in alcun modo indicati i nominativi dei congiunti e degli affetti stabili che si raggiungeranno dal 4 maggio in poi. Una indicazione del nome o del loro indirizzo di residenza costituirebbe una violazione della normativa sulla privacy che impone particolari misure per il trattamento dei dati personali, soprattutto di quelli sensibili come le generalità e l’indirizzo di domicilio.

Chi vorrà visitare i congiunti, nell’attuale autocertificazione potrebbe barrare semplicemente la casella della voce ‘situazioni di necessità‘. Non serve invece l’autocertificazione per le passeggiate, mentre andare a fare la spesa in un supermercato o andare ad acquistare della pizza da asporto potranno partire dallo stesso presupposto di giustificazione. Insomma, l’ennesimo cambiamento sul modulo di autocertificazione potrebbe essere scongiurato in maniera decisa.

Lo stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte, nel corso della sua conferenza stampa, aveva fatto presente le ironie che si erano diffuse sul modulo di autocertificazione: possibile che, proprio a partire da questo dato di fatto, si voglia evitare di alimentare inutili polemiche su discussioni evitabili, in modo tale da concentrarsi sul rispetto della sostanza delle norme contenute all’interno del dpcm del 26 aprile.

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