«I prezzi di frutta e verdura sono saliti di 40 volte rispetto al tasso d’inflazione»
16/04/2020 di Enzo Boldi
I dati Istat pubblicati nella giornata di mercoledì 15 aprile avevano fatto accendere il campanello d’allarme. Oggi Coldiretti sottolinea come nel mese di marzo si sia registrato un cospicuo (e anche sospetto) aumento prezzi frutta e verdura nel cosiddetto carrello della spesa degli italiani. Si parla di prezzi cresciuti di ben 40 volte rispetto al tasso di inflazione registrato in questo periodo. E l’allarme non è solo sui costi al dettaglio nei supermercati, ma anche per quel che riguarda il lavoro all’interno della filiera agricola.
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«Sulla base dei dati Istat relativi all’inflazione – si legge nel comunicato di Coldiretti – a marzo si evidenziano al dettaglio nel carrello della spesa sulla frutta del 3,7%, con punte del 4% per le mele e del 4,1% per le patate, a fronte del dato medio sull’inflazione in discesa allo 0,1%». Numeri che fanno presto la somma totale: su alcuni prodotti, tra frutta e verdura, si è registrato un aumento dei prezzi di 40 volte superiore rispetto al tasso di inflazione. E il contro finale si legge sul portafoglio degli italiani.
Aumento prezzi frutta e verdura nel mese di marzo
Ma non finisce qui, perché non c’è solo l’aumento prezzi frutta e verdura. Come inevitabile, infatti, questo lockdown in tutto il Paese ha provocato ripercussioni anche sui lavoratori che operano nella filiera agricola. Questo calo drastico mette a repentaglio la raccolta di prodotti stagionali e provoca altre ripercussioni per via della diminuzione della mano d’opera, sottolineando come la situazione si molto critica «anche per il cambiamento delle modalità di acquisto con gli aumenti mensili di spesa che vanno dal +14% per la frutta al +24% per gli ortaggi nei supermercati che non hanno compensato le perdite all’estero e nella ristorazione».
Il lavoro e la filiera in crisi
Insomma, soldi e lavoratori. Perché da una parte c’è stato un aumento prezzi frutta e verdura al dettaglio, con riverberi immediati sulle tasche dei cittadini; dall’altro c’è stata una crescita nel commercio che, però, non è sufficiente per colmare i guadagni e la produzione che, fino alla fine di febbraio, erano destinate all’estero. E i conti continuano a non tornare, così come quelli della manodopera impiegata e da impiegare nei campi.
(foto di copertina: da Pixabay)