Meta ha appena lanciato la sua AI per generare musica

Si tratta di uno strumento open source e gratuito che - secondo le promesse e le premesse - non andrà a intaccare i contenuti protetti da diritto d'autore

10/08/2023 di Redazione Giornalettismo

Uno strumento open source che promette di non violare il diritto d’autore e che consente di generare, attraverso gli algoritmi AI, musica originale. Meta ha deciso di rispondere a MusicLM di Google lanciando il suo strumento digitale chiamato Audiocraft. Tutto si basa sul principio, come ovvio, del prompt (comando) che l’utente inserisce all’interno del sistema come richiesta per la composizione di una melodia in base a cosa gli è necessario e all’ampia campionatura inserita all’interno del dataset messo in piedi dai ricercatori e sviluppatori di Menlo Park.

LEGGI ANCHE > Si possono “legalizzare” le canzoni deepfake generate con l’AI?

Non solo una base musicale, ma anche effetti audio e altro. All’interno della pagina web in cui viene annunciata la messa a disposizione gratuita del progetto open source, vengono riportate le descrizioni su come avviene la generazione della musica in base a un determinato input.

Si inserisce il testo con i dettagli, si utilizza il modello linguistico di MusicGen inserito all’interno di Audiocraft e lo strumento basato sull’AI restituisce quella base musicale. Ovviamente, le indicazioni possono essere incrementate o ridotte, fino ad arrivare al suono cercato.

Audiocraft, l’AI di Meta per generare la musica

Audiocraft si sviluppa lungo tre filoni: AudioGen per generare suoni effetti sonori, MusicGen per le basi musicali ed EnCodec (appena sviluppato e pubblicato) per la qualità dell’audio generato dai due strumenti precedenti. Dunque, non si parla solamente di canzoni, ma anche di colonne sonore e altri elementi che possono essere utili – per fare un esempio – anche come tracce audio da inserire in un video o in un film. Ovviamente il tutto è ancora in fase sperimentale e occorreranno moltissimi altri sviluppi affinché tutte le potenzialità di questo strumento saranno espresse. Anche perché, come si può intuire dai pochi esempi messi a disposizione del pubblico, le tracce (nonostante EnCodec) non appaiono “pulite” a livello sonoro.

E il diritto d’autore?

E quando si parla di intelligenza artificiale, l’attenzione non può non andare sulla tutela del diritto d’autore. Proprio mentre una grande major come Universal ha chiesto al Congresso USA una normativa ad hoc e mentre la stessa etichetta (ma non è l’unica) si è mossa per trovare un accordo di partnership con Google per “monetizzare” attraverso la concessione in licenza dei diritti dei brani dei propri artisti, l’occhio di bue non può che andare sulle eventuali violazioni del copyright. Sotto questo aspetto, Meta prova a rassicurare tutti:

«MusicGen, che è stato addestrato con musica di proprietà di Meta e specificatamente concessa in licenza, genera musica da input utente basati su testo, mentre AudioGen, che è stato addestrato su effetti sonori pubblici, genera audio da input utente basati su testo». 

Dunque, i dataset di Audiocraft (in toto) non hanno attinto da contenuti protetti da diritto d’autore e questo elemento controverso sembra non essere stato toccato.

Share this article