Attentato sulle Ramblas, dopo un anno lo Stato non ha ancora risarcito le famiglie delle vittime
08/08/2018 di Enzo Boldi
Era il 17 agosto dello scorso anno, quando un furgone è piombato sulle Ramblas di Barcellona provocando la morte di 16 persone. Nell’attentato, rivendicato dall’Isis, persero la vita anche l’italo-argentina Carmen Lopardo e due italiani: il 22enne Luca Russo e il 35enne Bruno Gulotta. A quasi 365 giorni dalla loro morte, lo Stato non ha ancora provveduto a pagare i risarcimenti – dovuti per le vittime di terrorismo -, come raccontato a Il Giorno dagli amici di Gulotta.
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«Dopo 12 mesi da quella tragedia – ha spiegato Marco Tajana, vicepresidente della fondazione dedicata alla memoria di Bruno Gulotta – i familiari non hanno ancora ricevuto un euro di risarcimento dallo Stato italiano». Il 35enne che lavorava come responsabile marketing per la rivista di informatica «Tom’s Hardware» era in vacanza a Barcellona con la moglie Martina e i suoi due figli, quando venne investito dal furgone guidato dai terroristi e piombato sulla folla delle Ramblas.
Attentato Ramblas, la famiglia di Bruno Gulotta attende ancora il risarcimento
A suo nome è nata un’associazione per regalare un futuro alla famiglia e ai figli di Bruno Gulotta. «Abbiamo raccolto più di 200mila euro finora – spiega Tajana a Il Giorno –. Denaro che è servito, e continuerà a servire, a sostenere la famiglia di Bruno. L’obiettivo è quello di garantire loro il miglior futuro possibile. Garantire loro una buona istruzione e tutto ciò di cui hanno bisogno. Nella memoria del padre, come avrebbe voluto fare il padre se non fosse rimasto vittima di un attentato atroce».
Attentato Ramblas, lo Stato si è dimenticato delle proprie vittime
L’associazione ha messo a disposizione della moglie di Gulotta anche un avvocato per gestire tutte le pratiche burocratiche per ottenere il risarcimento che le spetta di diritto, ma le cose non stanno procedendo come ci si aspettava. «È stata presentata tutta la documentazione affinché Martina e i figli fossero risarciti così come previsto dalla legge – spiega ancora Marco Tajiana nell’intervista a Il Giorno –. È innegabile che Bruno sia stato vittima di un attacco terroristico. È innegabile che i familiari abbiano diritto al risarcimento. L’iter è stato completato e posso documentare ogni mia affermazione: da un anno a questa parte, nonostante tutto, la famiglia di Bruno non ha ricevuto un euro. Funerali solenni, grande pathos subito dopo il fatto, poi lo Stato ha dimenticato queste persone».
(foto di copertina: ANSA/FILIPPO VENEZIA)