Costa Rica arriva a proclamare lo stato di emergenza nazionale per l’attacco hacker del gruppo Conti

Dichiarare lo stato di emergenza nazionale per l'attacco hacker Conti in Costa Rica fornisce la misura della gravità delle conseguenze nella vita offline delle persone

10/05/2022 di Ilaria Roncone

La situazione in Costa Rica è senza ombra di dubbio testa in questo momento: le donne costaricane hanno sfilato a San José per protestare contro l’elezione del presidente Rodrigo Chaves, avvenuta nonostante le accuse di molestie sessuali a suo carico. Il neo presidente ha giurato domenica 8 maggio promettendo il rilancio dell’economia, la fine degli abusi sessuali sulle donne del suo paese – mettendo benzina sul fuoco delle proteste delle concittadine – e trovandosi a dover proclamare il primo stato di emergenza per il paese per via degli attacchi hacker sferrati dal gruppo Conti. L’attacco hacker Conti Costa Rica – di cui vi avevamo già parlato – va avanti da fine aprile con conseguenze tangibili nella vita delle persone.

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Attacco hacker Costa Rica, le implicazioni nella vita delle persone

Ad essere coinvolti sono stati non solo il ministero delle Finanze ma anche il ministero della dell’Innovazione, della Tecnologia e delle Telecomunicazioni, il ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale e il consiglio di amministrazione del servizio elettrico della provincia di Cartago. Il gruppo ha chiesto 10 milioni che il governo ha deciso di non pagare e da circa venti giorni il paese è nel caos: servizi fiscali non accessibili, il blocco di moltissimi servizi digitali, rischio per le informazioni personali, minacce alle altre agenzie ancora non coinvolte. Dichiarare lo stato di emergenza permette al governo di agire rapidamente in caso di ulteriori problematiche che potrebbero venire a crearsi.

Primo atto da presidente contro l’attacco hacker Conti Costa Rica

Quello che accade nel web ha un effetto sempre più impattante sulla vita che conduciamo offline, lo sosteniamo ormai da tempo, e quanto accade in Costa Rica ne è un esempio particolarmente calzante: il primo atto da presidente di Chaves è stato firmare un decreto per promulgare l’emergenza nazionale a causa dell’attacco hacker del gruppo Conti. Si tratta del gruppo hacker – lo ricordiamo – cui gli Stati Uniti danno la caccia promettendo 15 milioni di dollari a chi fornirà informazioni sui componenti o su coloro che li aiutano a svolgere la loro funzione.

«Abbiamo firmato il decreto così che il Paese possa difendersi dall’attacco che stiamo subendo dai criminali informatici – ha affermato il neo presidente – Si tratta di un attacco alle madre patria e abbiamo firmato il decreto per avere un mezzo più adatto a difenderci». Come riporta Cyberscoop, Conti ha voluto rispondere direttamente al Costa Rica con un post sul suo sito ufficiale via darknet:

In risposta il gruppo Conti ha rilasciato un comunicato tramite il sito ufficiale via darknet: «È impossibile guardare senza ironia alle decisioni dell’amministrazione del Presidente del Costa Rica – si legge – e tutto questo avresti potuto evitarlo pagando e mettendo realmente il tuo Paese al sicuro». Vengono poi forniti dettagli su come sia stato condotto l’attacco e su quanto sia stato facile: «Devi anche sapere che nessun team organizzato è stato creato per questo attacco, nessun governo di altri paesi ha finalizzato questo attacco, tutto è stato eseguito da me con un affiliato di successo, il mio nome è unc1756. Lo scopo di questo attacco era guadagnare soldi, in futuro effettuerò sicuramente attacchi di un formato più serio con una squadra più grande, Costa Rica è una versione demo».

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