Gruppo hacker attacca l’Azienda Ospedaliera di Alessandria: «Il nostro consiglio è di sostituire l’intero personale IT e sottoporlo a test di competenza»

L'obiettivo degli hacker è dimostrare le mancanze delle aziende che «non si preoccupano della privacy dei dati personali che raccolgono e archiviano»

29/12/2022 di Redazione

L’Azienda Ospedaliera di Alessandria (AOAL) è stata colpita da un attacco hacker da parte del gruppo di hacker che si fa chiamare Ragnar Locker. Si tratta di un attacco diverso dagli attacchi hacker commessi dai criminali informatici. In questo caso gli hacker non hanno rubato dati sensibili per venderli a terzi né chiesto dei riscatti in seguito all’intromissione nei sistemi informatici dell’azienda ma, come scrive Red Hot Cyber, hanno riferito una «situazione catastrofica nella gestione delle infrastrutture IT dell’ospedale». Il gruppo ha detto di aver «ottenuto l’accesso completo, assolutamente ovunque, letteralmente a ogni macchina virtuale».

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Come ha agito il gruppo hacker nell’attacco informatico all’Azienda Ospedaliera di Alessandria?

Il gruppo di hacker ha dichiarato in un post pubblicato sul proprio data leak site (DLS) che «non adotterà mai misure che possono mettere a rischio la vita o la salute delle persone» in quanto il loro obiettivo è dimostrare che le aziende «non si preoccupano della privacy dei dati personali che raccolgono e archiviano». Ragnar Locker ha scritto inoltre che «qualsiasi raccomandazione sulla sicurezza sarà inutile in questo caso. Il nostro consiglio è di sostituire l’intero personale IT e sottoporlo a test di competenza e controllarli anche per lo spreco di budget». Secondo gli hacker che hanno condotto l’attacco informatico l’azienda non si sarebbe accorta subito della violazione dei dati e che avrebbero cercato di coprire l’incidente senza agire per proteggere i dati: gli hacker hanno infatti telefonato al personale dell’ospedale per chiedere informazioni sull’incidente e molti di loro «hanno risposto di non aver visto nessuna violazione informatica». Gli hacker hanno cercato di spiegare ai dipendenti dell’azienda «che centinaia di migliaia di dati personali sono stati compromessi a causa della loro negligenza». «L’intero volume di dati verrà pubblicato se la direzione di “AOAL” continuerà a ignorare questo problema e non si metterà in contatto con il nostro team» ha concluso Ragnar Locker.

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