Il sottosegretario Mulè dice che la Difesa italiana ha subito 150mila attacchi hacker e che nessuno è andato a segno

Le sue parole nel corso del Innovation Cybersecurity Summit a Roma

28/04/2022 di Redazione

Alla ricerca di dati significativi per quanto riguarda gli attacchi hacker in Italia, muovendosi tra le dichiarazioni degli esponenti politici e il timore – evidenziato, ad esempio, dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Franco Gabrielli – che gran parte delle aziende private non denunciano i ransomware per paura di vedere la propria reputazione a rischio, è importante cogliere le parole del sottosegretario al ministero della Difesa Giorgio Mulè che, nel corso dell’Innovation Cybersecurity Summit di Roma, ha parlato della portata degli attacchi hacker nei confronti del comparto su cui ha titolarità.

LEGGI ANCHE > Gabrielli spiega che è difficile attribuire cyber-attacchi in base all’area geopolitica

Attacchi hacker alla Difesa, secondo il sottosegretario sono 150mila al giorno

A margine dell’evento ha spiegato: «Ogni giorno subiamo dai 140 ai 150 mila attacchi cyber, solo nel comparto della Difesa e di questi ne respingiamo il 99,9% grazie agli strumenti di resilienza presenti all’interno del ministero. Per quanto riguarda l’intero panorama italiano, parliamo dell’ordine dei milioni. Ogni giorno riceviamo poi dai 20 ai 40 attacchi informatici che richiedono l’intervento umano dei tecnici». Si tratta di un volume incredibile, che – ovviamente – può essere accertato soltanto da una fonte informata, come quella di un sottosegretario, appunto.

Ricordiamo che, recentemente, a livello ministeriale, l’Italia ha dovuto affrontare un attacco al ministero della Transizione Ecologica, che ha messo fuori gioco per diversi giorni i suoi portali e i suoi servizi informatici. E che, a livello del comparto della Difesa globale, negli ultimi tempi – in seguito alle attività belliche in Ucraina – sono stati diversi gli attacchi che hanno investito, da una parte e dall’altra, le istituzioni di Russia e Ucraina. Si tratta, ovviamente, di un settore sensibile, particolarmente esposto, dove il tema della risposta rapida all’eventuale attacco è assolutamente vitale. Giorgio Mulè, nel corso del suo intervento, ha insistito sulla possibilità, per l’Italia, di essere resiliente dal punto di vista della cybersicurezza, un tema molto caro sia al sottosegretario Gabrielli, sia al direttore dell’Agenzia Nazionale per la Cybersicurezza, Roberto Baldoni.

«La cybersicurezza – ha detto Mulè – oggi mina e può minare le fondamenta dello stesso stato democratico. Non si tratta soltanto di attacchi nei confronti di banche o conti correnti, ma nei confronti delle infrastrutture cosiddette critiche: acquedotti, centrali elettriche, ciò che determina la vita di ognuno di noi. Fare in modo che queste infrastrutture siano protette con sistema di cybersicurezza è fondamentale per l’esistenza stessa dello stato democratico».

Foto IPP/Fabio Cimaglia – Roma

Share this article