Tutti d’accordo nel disaccordo, da maggioranza a opposizione: nessuno approva gli assistenti civici
25/05/2020 di Ilaria Roncone
L’idea dei 60 mila assistenti civici volontari proposta nella serata di ieri dal ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia non va giù a molti, anche nella maggioranza. Matteo Salvini – e di conseguenza la Lega – è andato contro alle “ronde” (che tanto gli piacevano quando avrebbero dovuto essere fatte contro gli spacciatori stranieri), ma anche PD, Italia Viva, 5 Stelle e la ministra Lamorgese stessa, rappresentate del ministero degli Interni. Il ministro degli Affari Regionali, viste le reazioni da tutte le parti politiche, ha voluto precisare che non si tratta di ronde ma di persone che, volontariamente, «regalano 16 ore settimanali per aiutare anziani».
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Per Lamorgese la decisione è stata «presa senza consultazione»
Tra i no e le perplessità di maggior rilievo rispetto alla proposta degli assistenti civici arriva quella di Luciana Lamorgese, titolare del Viminale. Secondo la ministra le decisioni in merito sono state prese «senza preventiva consultazione del ministero dell’Interno per l’istituzione della figura degli ‘assistenti civici’ in relazione alle misure di contrasto e di contenimento della pandemia Covid-19». La Lamorgese ha immediatamente precisato che «non dovranno comportare compiti aggiuntivi per le prefetture e per le forze di polizia già quotidianamente impegnate nei controlli sul territorio».
Le critiche da parte dell’opposizione: «Deriva autoritaria dell’esecutivo»
La Meloni parla di «milizia organizzata dal governo», che «metterà in campo un esercito di 60mila volontari che avranno il compito di aiutare le autorità a far rispettare le regole della Fase 2 e le limitazioni delle libertà individuali imposte a colpi di decreto». La leader di FdI si chiede «se avranno una divisa e strumenti per difendersi, tipo un manganello». Come annunciato ieri da Boccia, i volontari saranno dotati di specifiche pettorine per essere riconoscibili e di armi – ovviamente – non si è parlato. La Meloni ci va giù pesante, accusando l’idea di essere la «versione grillo-piddina dei guardiani della rivoluzione». Anche da parte di Zaia, governatore leghista del Veneto, arriva una chiara presa di posizione: «Per me è una sconfitta dal punto di vista sociale. Pensare di dover mandare qualcuno a controllare perché si indossi la mascherina, che è come un farmaco salvavita, vuol dire che c’è un problema culturale», sostiene. «Dobbiamo avere fiducia nei ragazzi. Se vogliono ribellarsi ai controlli, indossino la mascherina per protesta. Pensare di giocare a guardia e ladri no», conclude Zaia.
Proteste anche da PD e Italia Viva per gli assistenti civici volontari
Le critiche all’idea di Boccia, nata in accordo con tutti i sindaci, arrivano anche dall’esecutivo stesso. Dal PD, con Orfini che parla della necessità di «ministri che facciano i ministri e amministratori che facciano gli amministratori», posto che «se apri i locali nei luoghi dove ci sono i locali le persone ci vanno. Se non vuoi che ci vadano o vuoi che ci vadano in numero limitato, organizzi prima afflusso, modalità e controlli». Si dichiara d’accordo con lui Matteo Renzi, leader di Italia Viva: «Un ministro ha annunciato la creazione di un corpo di 60.000 assistenti civici. Boh, solo a me sembra una follia finalizzata ad avere visibilità? Non sarebbe meglio valorizzare di più il Terzo settore e il servizio civile?», ha affermato l’ex presidente del Consiglio. Anche il sindaco del PD di Palermo, Leoluca Orlando, evidenzia le criticità del provvedimento: «Si tratta di un’iniziativa che non può certamente andar bene per tutti i Comuni, soprattutto quelli che hanno migliaia di beneficiari del reddito di cittadinanza da poter impiegare in attività del tutto simili e molte altre»; sul capoluogo siciliano ha affermato che, solo lì, «potremmo impiegare subito oltre 12 mila persone».
Anche il M5S non è d’accordo
Il capo politico del Movimento, Vito Crimi, afferma che questa iniziativa non ha incontrato il benestare dei 5 Stelle prima di essere approvata. «Appare a tutti gli effetti una fuga in avanti inaccettabile», ha affermato, chiedendo «il ritiro dell’ordinanza e una discussione approfondita in maggioranza». Stesso parere da parte del viceministro dello Sviluppo economico, Stefano Buffangi, che esclude il Movimento 5 Stelle da questa decisione: «noi siamo al governo per fare il bene dei cittadini nonostante le tante difficoltà. Basta sparate. Serve responsabilità e serietà».
(Immagine copertina dall’edizione delle 20 del Tg1 del 24/05/2020)