Il piano della polizia contro gli assembramenti della movida: prima «l’invito», poi la multa fino a 3mila euro

L’obiettivo, stando a quanto trapela dal Viminale e poi anche dai vertici delle forze dell’ordine, è innanzitutto quello di informare i cittadini e soltanto in un secondo momento di sanzionarli. Questo per la particolare natura degli assembramenti movida che, dal 18 maggio, sono stati osservati in diverse città italiane. Lo stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha affermato che non sia ancora il momento di tornare a una vita normale, perché le curve del contagio possono tornare a impennarsi in pochissimo tempo.

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Assembramenti movida, controlli più serrati

Dunque, come ci si dovrà comportare in questa tormentata fase 2, quando le consumazioni a bar e ristoranti sono consentite (dal 4 maggio lo erano solo da asporto, adesso anche all’interno dei locali), ma gli assembramenti devono essere evitati? Una sorta di contraddizione nei termini che si può sanare soltanto con la responsabilità di ciascuno e con il rispetto delle regole da parte dei gestori dei locali pubblici e dei servizi di assistenza alla persona.

Per questo, le indicazioni fornite dal capo della Polizia Franco Gabrielli sono piuttosto emblematiche da questo punto di vista. Quando la polizia si troverà a fronteggiare un possibile assembramento movida, la prima cosa che dovrà scattare sarà un «invito» ai cittadini, il tentativo di far comprendere che quello che stanno seguendo è un comportamento sbagliato. Tuttavia, se il comportamento dovesse essere reiterato, allora partiranno le sanzioni che, come è noto, saranno comprese tra i 400 e i 3mila euro, come da linee guida contenute all’interno del decreto rilancio.

Assembramenti movida, le forze dell’ordine impegnate dalle 18

I controlli più serrati in questa seconda fase da parte delle forze dell’ordine partiranno dalle ore 18: si tratta del tempo universalmente dedicato all’aperitivo e, successivamente, alle uscite con gli amici. Per questo motivo, gran parte delle forze dell’ordine fino a questo momento impegnate nella supervisione delle strade italiane durante tutto l’arco della giornata adesso si concentrerà in quella fascia oraria che le autorità considerano essere più a rischio.

Ma resta il grande dilemma: se la riapertura è consentita, come si fa a evitare (e come si fa a definire) quello che può essere considerato un assembramento pericoloso? Anche i gestori di bar e ristoranti guardano con diffidenza a questo tipo di prassi: per loro i rischi sono più alti e, in caso di mancato rispetto delle regole, potrebbe scattare anche la sospensione dell’esercizio commerciale per diversi giorni. Da qui l’invito a vigilare maggiormente sul rispetto delle distanze e su tutte le altre regole di sanificazione che sono state suggerite per consentire la loro riapertura.

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