Arrestati tre migranti accusati di tortura: è la prima volta in Italia

L’indagine avviata dalla Procura di Agrigento ha portato all’arresto di tre uomini ospiti dell’hotspot di Messina. Questi sono stati riconosciuti e identificati da altri migranti come gli autori di terribili torture e sevizie nelle carceri libiche. Le testimonianze terribili raccolte dal procuratore Luigi Patronaggio e il sostituto Gianluca Caputo, che hanno trasmesso il fascicolo alla Dda di Palermo.

Arrestati tre migranti accusati di tortura: è la prima volta in Italia

Li picchiavano con cavi elettrici e bastoni, li prendevano a calci e violentavano le donne. Omicidi brutali commessi di fronte a tutti.  I racconti raccolti dalla procura di Agrigento sono terribili, e riassumibili con un solo nome: tortura. Di questo dovranno rispondere  Mohamed Condè detto Suarez, 22enne della Guinea e i due egiziani Hameda Ahmed, 26anni, e Mahmoud Ashuia, 24 anni. Avrebbero sfogato i loro istinti contro decine di naufraghi quando erano rinchiusi in una ex base militare nella città di Zawyia. A gestire l’intera operazione, tra segregazioni, torture, richieste di riscatto ai familiare e vendita di essere umani ad altri gruppi, sarebbe un certo Ossama. «Questo lavoro investigativo è suscettibile di importanti sviluppi – ha dichiarato il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio – e ha dato conferma delle inumani condizioni di vita all’interno dei cosiddetti capannoni di detenzione libici». il procuratore ha quindi rinnovato l’appello ad agire in vai anche internazionale al fine di tutelare i più elementari diritti umani e reprimere «quei reati che ogni giorno di più si configurano come reati contro l’umanità».

(Credits immagine di copertina: ANSA/UFFICIO STAMPA POLIZIA DELLO STATO)

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