Di Maio non sa con chi prendersela per Siri al tavolo della Lega e se la prende con i sindacati

Invece di prendersela con la Lega per aver convocato un incontro che ci era sembrato strano sin dal principio (Matteo Salvini aveva chiamato al Viminale le parti sociali proprio all’indomani dell’incontro – non privo di gaffe – che avevano avuto con Luigi Di Maio e Giuseppe Conte), invece di attaccare direttamente il Carroccio per la presenza a questo incontro dell’indagato per corruzione Armando Siri, Luigi Di Maio non sa a cosa appigliarsi. E allora sceglie un vecchio colpo del suo repertorio: prendersela con i sindacati.

Armando Siri all’incontro con i sindacati: con chi se la prende Di Maio

«Dopo di che, per quanto riguarda la partecipazione dei sindacati al tavolo con Siri affar loro – ha scritto in un post in cui sembra mettere il broncio -. Se vogliono trattare con un indagato per corruzione messo fuori dal governo, invece che con il governo stesso, lo prendiamo come un dato. E ci comportiamo di conseguenza.  Ora ho capito perché alcuni sindacati attaccano la nostra proposta sul salario minimo (per tutti stipendi di almeno 9 euro lordi l’ora), quando abbiamo milioni di lavoratori sfruttati e sottopagati. Parlino pure con Siri, parlino pure con chi gli vuole proteggere le pensioni d’oro e i privilegi».

In mattinata, il Movimento 5 Stelle aveva provato a giustificare la presenza di Armando Siri al tavolo del Viminale, dicendo che si trattava di una riunione politica (con esponenti della Lega) e non di una riunione di governo, visto che Siri non è più un rappresentante dell’esecutivo dopo la revoca del suo incarico. Giuseppe Conte, invece, si è arrabbiato proprio con Matteo Salvini, dicendo che un atteggiamento del genere non è altro che mancanza di rispetto istituzionale.

Il caso di Armando Siri e le reazioni del governo

Armando Siri, lo si ricorda, è indagato dalla procura di Roma per una presunta tangente (ricevuta o solo promessa) di 30mila euro in cambio dell’approvazione di una norma legata alla costruzione di impianti eolici. La sua presenza al tavolo con i sindacati aveva fatto discutere e aveva sollevato un coro di protesta unanime da parte delle opposizioni. Il Movimento 5 Stelle aveva prima minimizzato. Poi, quando la bomba gli è esplosa tra le mani, si è inventato un attacco ai sindacati.

Ma l’unico responsabile della convocazione delle parti sociali e dell’organizzazione di una riunione all’interno della quale è stata illustrata la flat tax (non una proposta di partito, ma uno dei punti del contratto di governo) è Matteo Salvini. Luigi Di Maio avrebbe dovuto avviare uno scontro con lui, piuttosto che prendersela con i sindacati che sono stati convocati a una riunione in cui non sapevano, questa mattina, chi avrebbero trovato oltre al ministro dell’Interno.

FOTO: ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI

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